17 marzo 180 d.C. Muore Marco Aurelio, l’imperatore filosofo.

Marco Aurelio nacque a Roma il 26 aprile 121 in una famiglia aristocratica di origini spagnole.
Il padre morì quando era ancora bambino, e fu cresciuto dal nonno Marco Annio Vero, che si occupò della sua educazione.
L’imperatore Adriano, riconoscendo il suo talento, lo fece adottare nel 138 dal futuro imperatore Antonino Pio, che lo designò come suo successore.
Fin da giovane Marco Aurelio dimostrò una profonda inclinazione per la filosofia stoica, caratterizzata da disciplina, razionalità e accettazione del destino.
Cresciuto con un forte senso del dovere, assunse il ruolo di Cesare e iniziò a prepararsi per governare.
Ascesa al trono e governo illuminato
Nel 161, alla morte di Antonino Pio, Marco Aurelio divenne imperatore insieme a Lucio Vero, il primo caso di diarchia nella storia di Roma. Il loro regno fu segnato da sfide impegnative:
- Guerra contro i Parti (161-166): Lucio Vero guidò una campagna militare in Oriente, riportando importanti vittorie.
- Peste Antonina (165-180): un’epidemia devastante si diffuse in tutto l’Impero, causando milioni di morti.
- Guerre marcomanniche (166-180): Marco Aurelio combatté duramente contro le tribù germaniche lungo il Danubio.
Alla morte di Lucio Vero nel 169, Marco Aurelio divenne unico imperatore.
Nel 177, associò al trono il figlio Commodo, sperando di garantirgli un’adeguata preparazione alla successione.
Marco Aurelio, il filosofo sul trono
Oltre a essere un abile stratega e amministratore, Marco Aurelio fu un grande pensatore stoico.
Durante le sue campagne militari scrisse “Colloqui con sé stesso”, un’opera in greco che raccoglie riflessioni sulla virtù, il destino e il senso della vita.
Per Marco Aurelio, un governante doveva vivere con saggezza e giustizia, accettando con serenità le difficoltà.
Il suo pensiero ha influenzato profondamente la filosofia occidentale, rendendolo uno degli imperatori più rispettati della storia.
Morte e funerali
Nel 180, mentre conduceva una campagna contro i Germani e i Sarmati, Marco Aurelio si ammalò gravemente.
Morì il 17 marzo, probabilmente a Vindobona (l’odierna Vienna) o Sirmio, forse colpito dalla peste o da un’altra malattia debilitante.
Prima di morire, affidò l’Impero al figlio Commodo, una decisione che si rivelò fatale per Roma.
Il corpo dell’imperatore fu cremato e divinizzato, con le sue ceneri deposte nel Mausoleo di Adriano.
La sua morte segnò la fine dell’epoca dei “buoni imperatori” e l’inizio del declino della dinastia antonina.
Marco Aurelio nacque a Roma il 26 aprile 121 in una famiglia aristocratica di origini spagnole.
Il padre morì quando era ancora bambino, e fu cresciuto dal nonno Marco Annio Vero, che si occupò della sua educazione.
L’imperatore Adriano, riconoscendo il suo talento, lo fece adottare nel 138 dal futuro imperatore Antonino Pio, che lo designò come suo successore.
Fin da giovane Marco Aurelio dimostrò una profonda inclinazione per la filosofia stoica, caratterizzata da disciplina, razionalità e accettazione del destino.
Cresciuto con un forte senso del dovere, assunse il ruolo di Cesare e iniziò a prepararsi per governare.
Ascesa al trono e governo illuminato
Nel 161, alla morte di Antonino Pio, Marco Aurelio divenne imperatore insieme a Lucio Vero, il primo caso di diarchia nella storia di Roma. Il loro regno fu segnato da sfide impegnative:
- Guerra contro i Parti (161-166): Lucio Vero guidò una campagna militare in Oriente, riportando importanti vittorie.
- Peste Antonina (165-180): un’epidemia devastante si diffuse in tutto l’Impero, causando milioni di morti.
- Guerre marcomanniche (166-180): Marco Aurelio combatté duramente contro le tribù germaniche lungo il Danubio.
Alla morte di Lucio Vero nel 169, Marco Aurelio divenne unico imperatore.
Nel 177, associò al trono il figlio Commodo, sperando di garantirgli un’adeguata preparazione alla successione.
Marco Aurelio, il filosofo sul trono
Oltre a essere un abile stratega e amministratore, Marco Aurelio fu un grande pensatore stoico.
Durante le sue campagne militari scrisse “Colloqui con sé stesso”, un’opera in greco che raccoglie riflessioni sulla virtù, il destino e il senso della vita.
Per Marco Aurelio, un governante doveva vivere con saggezza e giustizia, accettando con serenità le difficoltà.
Il suo pensiero ha influenzato profondamente la filosofia occidentale, rendendolo uno degli imperatori più rispettati della storia.
Morte e funerali
Nel 180, mentre conduceva una campagna contro i Germani e i Sarmati, Marco Aurelio si ammalò gravemente.
Morì il 17 marzo, probabilmente a Vindobona (l’odierna Vienna) o Sirmio, forse colpito dalla peste o da un’altra malattia debilitante.
Prima di morire, affidò l’Impero al figlio Commodo, una decisione che si rivelò fatale per Roma.
Il corpo dell’imperatore fu cremato e divinizzato, con le sue ceneri deposte nel Mausoleo di Adriano.
La sua morte segnò la fine dell’epoca dei “buoni imperatori” e l’inizio del declino della dinastia antonina.