16 marzo 2019. Muore Dick Dale, il re della chitarra surf.

Dick Dale, pseudonimo di Richard Anthony Monsour, nacque il 4 maggio 1937 a Quincy, nel Massachusetts.
Figlio di immigrati libanesi, polacchi e bielorussi, si avvicinò alla musica da bambino, imparando a suonare vari strumenti tra cui la batteria, l’ukulele e la tromba.
Tuttavia, fu la chitarra a consacrarlo alla storia del rock.
Influenzato dalle melodie mediorientali suonate dallo zio con l’oud, Dale sviluppò uno stile unico che combinava elementi esotici con l’energia del rock ‘n’ roll.
L’invenzione del surf rock
Negli anni ’50 si trasferì in California, dove si appassionò al surf.
Desiderando riprodurre con la musica l’adrenalina delle onde, perfezionò il suo stile chitarristico caratterizzato dall’uso estremo del riverbero e dalla tecnica del tremolo picking, che conferiva ai suoi brani una velocità e un’intensità senza precedenti.
Nel 1960 formò la band The Del-Tones, con cui si esibì al Rendezvous Ballroom di Balboa.
L’anno successivo pubblicò Let’s Go Trippin’, considerata la prima canzone surf rock della storia.
Il successo lo portò a firmare con la Capitol Records e a pubblicare brani iconici come Misirlou, che sarebbe diventata un classico immortale.
Il successo e la rivoluzione tecnica
Dale collaborò con Leo Fender per sviluppare amplificatori più potenti, tra cui il primo modello da 100 watt, che gli permetteva di raggiungere sonorità mai esplorate prima.
Il suo album Surfers’ Choice (1962) consolidò il suo status di re della chitarra surf, mentre King of the Surf Guitar (1963) lo rese un’icona della musica californiana.
Nonostante la sua influenza, il successo commerciale di Dale fu offuscato dalla “British Invasion” dei Beatles e dei Rolling Stones.
Nel 1966 fu colpito da un tumore al retto, che lo costrinse a ritirarsi temporaneamente dalle scene.
Il ritorno e il culto postumo
Dopo una lunga battaglia contro la malattia, Dale tornò sulla scena musicale negli anni ’80 e ’90, grazie anche alla riscoperta della sua musica.
Il film Pulp Fiction (1994) di Quentin Tarantino riportò Misirlou al centro dell’attenzione, facendolo conoscere a una nuova generazione di fan.
Negli ultimi anni, Dale continuò a esibirsi nonostante problemi di salute, rimanendo attivo fino alla fine della sua vita.
Fu anche un fervente ambientalista, ispirato da un incidente di nuoto che lo portò quasi a perdere una gamba a causa dell’inquinamento marino.
La morte e l’eredità
Dick Dale morì il 16 marzo 2019 all’età di 81 anni per cause naturali.
Il suo impatto sulla musica è incalcolabile: ha ispirato generazioni di chitarristi, da Jimi Hendrix ai Metallica, lasciando un’eredità indelebile nel mondo del rock.
Dick Dale, pseudonimo di Richard Anthony Monsour, nacque il 4 maggio 1937 a Quincy, nel Massachusetts.
Figlio di immigrati libanesi, polacchi e bielorussi, si avvicinò alla musica da bambino, imparando a suonare vari strumenti tra cui la batteria, l’ukulele e la tromba.
Tuttavia, fu la chitarra a consacrarlo alla storia del rock.
Influenzato dalle melodie mediorientali suonate dallo zio con l’oud, Dale sviluppò uno stile unico che combinava elementi esotici con l’energia del rock ‘n’ roll.
L’invenzione del surf rock
Negli anni ’50 si trasferì in California, dove si appassionò al surf.
Desiderando riprodurre con la musica l’adrenalina delle onde, perfezionò il suo stile chitarristico caratterizzato dall’uso estremo del riverbero e dalla tecnica del tremolo picking, che conferiva ai suoi brani una velocità e un’intensità senza precedenti.
Nel 1960 formò la band The Del-Tones, con cui si esibì al Rendezvous Ballroom di Balboa.
L’anno successivo pubblicò Let’s Go Trippin’, considerata la prima canzone surf rock della storia.
Il successo lo portò a firmare con la Capitol Records e a pubblicare brani iconici come Misirlou, che sarebbe diventata un classico immortale.
Il successo e la rivoluzione tecnica
Dale collaborò con Leo Fender per sviluppare amplificatori più potenti, tra cui il primo modello da 100 watt, che gli permetteva di raggiungere sonorità mai esplorate prima.
Il suo album Surfers’ Choice (1962) consolidò il suo status di re della chitarra surf, mentre King of the Surf Guitar (1963) lo rese un’icona della musica californiana.
Nonostante la sua influenza, il successo commerciale di Dale fu offuscato dalla “British Invasion” dei Beatles e dei Rolling Stones.
Nel 1966 fu colpito da un tumore al retto, che lo costrinse a ritirarsi temporaneamente dalle scene.
Il ritorno e il culto postumo
Dopo una lunga battaglia contro la malattia, Dale tornò sulla scena musicale negli anni ’80 e ’90, grazie anche alla riscoperta della sua musica.
Il film Pulp Fiction (1994) di Quentin Tarantino riportò Misirlou al centro dell’attenzione, facendolo conoscere a una nuova generazione di fan.
Negli ultimi anni, Dale continuò a esibirsi nonostante problemi di salute, rimanendo attivo fino alla fine della sua vita.
Fu anche un fervente ambientalista, ispirato da un incidente di nuoto che lo portò quasi a perdere una gamba a causa dell’inquinamento marino.
La morte e l’eredità
Dick Dale morì il 16 marzo 2019 all’età di 81 anni per cause naturali.
Il suo impatto sulla musica è incalcolabile: ha ispirato generazioni di chitarristi, da Jimi Hendrix ai Metallica, lasciando un’eredità indelebile nel mondo del rock.