1° febbraio 2022. La scomparsa di Tito Stagno.
1° febbraio 2022. La scomparsa di Tito Stagno.
Tito Stagno nacque a Cagliari il 4 gennaio 1930.
Primogenito di otto fratelli, trascorse l’infanzia tra Parma e Pola, fino a tornare in Sardegna per completare gli studi classici.
Nel 1943 fece il suo debutto nel cinema, recitando nel film Marinai senza stelle di Francesco De Robertis.
Sebbene avesse inizialmente intrapreso gli studi di medicina, nel 1949 scoprì la passione per la radio e il giornalismo, iniziando la sua carriera come radiocronista e documentarista.
Nel 1954 vinse il primo concorso nazionale per telecronisti della Rai e iniziò un percorso che lo avrebbe reso una delle voci più autorevoli del giornalismo italiano.
Il successo in televisione
Dopo essere entrato nella redazione del telegiornale del primo canale RAI diretto da Vittorio Veltroni, Stagno ne divenne rapidamente uno dei volti di punta.
Le sue prime telecronache riguardarono gli eventi sportivi, come i Giochi Olimpici Invernali di Cortina d’Ampezzo del 1956 e quelli estivi di Roma del 1960.
Tuttavia, la sua abilità nel raccontare lo portò a essere il telecronista dei grandi eventi. Tra questi ricordiamo ben due pontificati (Giovanni XXIII e Paolo VI) e le visite in Italia di capi di Stato internazionali, tra cui John Fitzgerald Kennedy e i reali d’Inghilterra.
Nel 1957 commentò in diretta la firma dei trattati del Mercato Comune Europeo in Campidoglio e, nello stesso anno, si appassionò al settore spaziale con il lancio dello Sputnik 1. Da quel momento divenne il principale cronista italiano delle missioni spaziali.
Il racconto dell’allunaggio: il momento che lo rese immortale
Il 20 luglio 1969, Tito Stagno entrò nella storia della televisione italiana.
Fu lui, insieme a Ruggero Orlando, a commentare la diretta della missione Apollo 11, in quella che divenne una delle trasmissioni più iconiche della Rai.
Con la celebre frase «Ha toccato! Ha toccato il suolo lunare!», Stagno annunciò l’allunaggio con qualche secondo di anticipo rispetto alla conferma ufficiale della NASA.
Il battibecco con Orlando su quel dettaglio divenne leggendario, ma nulla poté scalfire il successo di una telecronaca che tenne incollati agli schermi televisivi milioni di italiani per oltre 25 ore.
Il suo nome rimase per sempre legato a quel momento, trasformandolo in un’icona del giornalismo televisivo.
La carriera sportiva e gli ultimi anni
Dopo l’epopea spaziale, Tito Stagno divenne capo della redazione sportiva del TG1 dal 1976 al 1994.
Fu curatore e conduttore de La Domenica Sportiva, portando il suo stile preciso e coinvolgente anche nel giornalismo sportivo.
Dopo il pensionamento, continuò a scrivere per L’Eco di Bergamo e la Gazzetta di Parma, oltre a partecipare come ospite a programmi di approfondimento e divulgazione. Nel 2010 tornò a commentare un lancio spaziale, quello della missione Sojuz TMA-20, in diretta su Sky TG24. Nel 2014 fu insignito della Stella d’oro al Merito Sportivo.
La morte e il funerale di Tito Stagno
Tito Stagno si spense a Roma il 1° febbraio 2022, all’età di 92 anni.
I funerali si svolsero nella Capitale, con la partecipazione di colleghi, amici e personalità del mondo del giornalismo e della televisione. Dopo le esequie, il suo corpo venne riportato nella sua terra natale e riposa nel Cimitero di San Michele a Cagliari.
A testimonianza del suo lascito, nel 2022 gli fu dedicato l’asteroide 110702 Titostagno, un riconoscimento simbolico per l’uomo che fece sognare l’Italia raccontando la conquista della Luna.
Tito Stagno nacque a Cagliari il 4 gennaio 1930.
Primogenito di otto fratelli, trascorse l’infanzia tra Parma e Pola, fino a tornare in Sardegna per completare gli studi classici.
Nel 1943 fece il suo debutto nel cinema, recitando nel film Marinai senza stelle di Francesco De Robertis.
Sebbene avesse inizialmente intrapreso gli studi di medicina, nel 1949 scoprì la passione per la radio e il giornalismo, iniziando la sua carriera come radiocronista e documentarista.
Nel 1954 vinse il primo concorso nazionale per telecronisti della Rai e iniziò un percorso che lo avrebbe reso una delle voci più autorevoli del giornalismo italiano.
Il successo in televisione
Dopo essere entrato nella redazione del telegiornale del primo canale RAI diretto da Vittorio Veltroni, Stagno ne divenne rapidamente uno dei volti di punta.
Le sue prime telecronache riguardarono gli eventi sportivi, come i Giochi Olimpici Invernali di Cortina d’Ampezzo del 1956 e quelli estivi di Roma del 1960.
Tuttavia, la sua abilità nel raccontare lo portò a essere il telecronista dei grandi eventi. Tra questi ricordiamo ben due pontificati (Giovanni XXIII e Paolo VI) e le visite in Italia di capi di Stato internazionali, tra cui John Fitzgerald Kennedy e i reali d’Inghilterra.
Nel 1957 commentò in diretta la firma dei trattati del Mercato Comune Europeo in Campidoglio e, nello stesso anno, si appassionò al settore spaziale con il lancio dello Sputnik 1. Da quel momento divenne il principale cronista italiano delle missioni spaziali.
Il racconto dell’allunaggio: il momento che lo rese immortale
Il 20 luglio 1969, Tito Stagno entrò nella storia della televisione italiana.
Fu lui, insieme a Ruggero Orlando, a commentare la diretta della missione Apollo 11, in quella che divenne una delle trasmissioni più iconiche della Rai.
Con la celebre frase «Ha toccato! Ha toccato il suolo lunare!», Stagno annunciò l’allunaggio con qualche secondo di anticipo rispetto alla conferma ufficiale della NASA.
Il battibecco con Orlando su quel dettaglio divenne leggendario, ma nulla poté scalfire il successo di una telecronaca che tenne incollati agli schermi televisivi milioni di italiani per oltre 25 ore.
Il suo nome rimase per sempre legato a quel momento, trasformandolo in un’icona del giornalismo televisivo.
La carriera sportiva e gli ultimi anni
Dopo l’epopea spaziale, Tito Stagno divenne capo della redazione sportiva del TG1 dal 1976 al 1994.
Fu curatore e conduttore de La Domenica Sportiva, portando il suo stile preciso e coinvolgente anche nel giornalismo sportivo.
Dopo il pensionamento, continuò a scrivere per L’Eco di Bergamo e la Gazzetta di Parma, oltre a partecipare come ospite a programmi di approfondimento e divulgazione. Nel 2010 tornò a commentare un lancio spaziale, quello della missione Sojuz TMA-20, in diretta su Sky TG24. Nel 2014 fu insignito della Stella d’oro al Merito Sportivo.
La morte e il funerale di Tito Stagno
Tito Stagno si spense a Roma il 1° febbraio 2022, all’età di 92 anni.
I funerali si svolsero nella Capitale, con la partecipazione di colleghi, amici e personalità del mondo del giornalismo e della televisione. Dopo le esequie, il suo corpo venne riportato nella sua terra natale e riposa nel Cimitero di San Michele a Cagliari.
A testimonianza del suo lascito, nel 2022 gli fu dedicato l’asteroide 110702 Titostagno, un riconoscimento simbolico per l’uomo che fece sognare l’Italia raccontando la conquista della Luna.