1° febbraio 1944. Muore Piet Mondrian.
1° febbraio 1944. Muore Piet Mondrian.
Piet Mondrian nacque il 7 marzo 1872 ad Amersfoort, nei Paesi Bassi, in una famiglia calvinista.
Suo padre, insegnante e preside, influenzò la sua passione per il disegno sin da giovane.
Nel 1892 si iscrisse all’Accademia di Belle Arti di Amsterdam, dove iniziò la sua carriera come pittore figurativo.
Le sue prime opere si ispiravano ai paesaggi olandesi, con mulini, fiumi e alberi dipinti in stile impressionista.
Tuttavia, Mondrian mostrò presto un interesse per la semplificazione delle forme e l’uso dei colori primari, segnando il suo percorso verso l’astrazione.
Nel 1908, la sua adesione alla Società Teosofica influenzò profondamente la sua arte.
La teosofia, basata sulla ricerca della conoscenza spirituale oltre la realtà sensibile, lo portò a sviluppare un linguaggio artistico che riflettesse una verità universale.
Il periodo cubista e il trasferimento a Parigi
Nel 1911, Mondrian si trasferì a Parigi, dove entrò in contatto con il Cubismo di Picasso e Braque.
Questo movimento influenzò profondamente la sua ricerca artistica, portandolo a scomporre le forme nei loro elementi essenziali.
Opere come Albero grigio (1911) e Melo fiorito (1912) mostrano una graduale perdita del riferimento naturalistico, avvicinandosi sempre più a una rappresentazione geometrica della realtà.
Nel 1912, Mondrian abbandonò la “a” finale del suo cognome per enfatizzare la sua separazione dal passato e il suo nuovo inizio artistico.
La nascita del neoplasticismo e il movimento de stijl
Bloccato nei Paesi Bassi durante la Prima Guerra Mondiale, Mondrian si unì a Theo van Doesburg nella fondazione della rivista De Stijl nel 1917.
Questo movimento promuoveva il Neoplasticismo, una nuova estetica basata sull’uso di linee perpendicolari, colori primari (rosso, giallo, blu) e non colori (bianco, nero, grigio).
Mondrian sviluppò il suo stile distintivo, creando opere come Composizione con rosso, blu e giallo (1930), caratterizzate da un equilibrio perfetto tra forme e colori.
Credeva che l’arte dovesse riflettere un’armonia universale, eliminando ogni elemento superfluo.
Il ritorno a Parigi e la maturità artistica
Nel 1919, Mondrian tornò a Parigi, dove perfezionò il suo linguaggio astratto.
Abbandonò le linee curve e iniziò a creare tele strutturate da griglie nere con ampie aree colorate.
Negli anni ’20, introdusse le losanghe, quadri quadrati appesi in diagonale, come Composizione in bianco e blu (1936). Queste opere rappresentavano l’apice della sua ricerca di purezza ed equilibrio formale.
L’ultima fase: New York e l’influenza del jazz
Con l’avvento del nazismo, Mondrian lasciò Parigi nel 1938, trasferendosi prima a Londra e poi a New York nel 1940.
Qui, il ritmo frenetico della città e la sua passione per il jazz ispirarono una nuova fase della sua arte.
Opere come Broadway Boogie Woogie (1942-43) e Victory Boogie Woogie (1944) mostrano una maggiore dinamicità, con un uso più frammentato delle linee e dei colori.
Il suo lavoro rifletteva l’energia della metropoli americana e l’influenza della musica jazz, con una struttura più libera rispetto ai suoi lavori precedenti.
La morte e il funerale
Piet Mondrian morì il 1° febbraio 1944 a New York a causa di una polmonite, all’età di 71 anni. Il suo funerale si svolse in forma privata, con la partecipazione di artisti e amici del mondo dell’arte.
Venne sepolto nel Cypress Hills Cemetery di Brooklyn, lasciando un’eredità artistica che continua a influenzare generazioni di pittori, designer e architetti.
Piet Mondrian nacque il 7 marzo 1872 ad Amersfoort, nei Paesi Bassi, in una famiglia calvinista.
Suo padre, insegnante e preside, influenzò la sua passione per il disegno sin da giovane.
Nel 1892 si iscrisse all’Accademia di Belle Arti di Amsterdam, dove iniziò la sua carriera come pittore figurativo.
Le sue prime opere si ispiravano ai paesaggi olandesi, con mulini, fiumi e alberi dipinti in stile impressionista.
Tuttavia, Mondrian mostrò presto un interesse per la semplificazione delle forme e l’uso dei colori primari, segnando il suo percorso verso l’astrazione.
Nel 1908, la sua adesione alla Società Teosofica influenzò profondamente la sua arte.
La teosofia, basata sulla ricerca della conoscenza spirituale oltre la realtà sensibile, lo portò a sviluppare un linguaggio artistico che riflettesse una verità universale.
Il periodo cubista e il trasferimento a Parigi
Nel 1911, Mondrian si trasferì a Parigi, dove entrò in contatto con il Cubismo di Picasso e Braque.
Questo movimento influenzò profondamente la sua ricerca artistica, portandolo a scomporre le forme nei loro elementi essenziali.
Opere come Albero grigio (1911) e Melo fiorito (1912) mostrano una graduale perdita del riferimento naturalistico, avvicinandosi sempre più a una rappresentazione geometrica della realtà.
Nel 1912, Mondrian abbandonò la “a” finale del suo cognome per enfatizzare la sua separazione dal passato e il suo nuovo inizio artistico.
La nascita del neoplasticismo e il movimento de stijl
Bloccato nei Paesi Bassi durante la Prima Guerra Mondiale, Mondrian si unì a Theo van Doesburg nella fondazione della rivista De Stijl nel 1917.
Questo movimento promuoveva il Neoplasticismo, una nuova estetica basata sull’uso di linee perpendicolari, colori primari (rosso, giallo, blu) e non colori (bianco, nero, grigio).
Mondrian sviluppò il suo stile distintivo, creando opere come Composizione con rosso, blu e giallo (1930), caratterizzate da un equilibrio perfetto tra forme e colori.
Credeva che l’arte dovesse riflettere un’armonia universale, eliminando ogni elemento superfluo.
Il ritorno a Parigi e la maturità artistica
Nel 1919, Mondrian tornò a Parigi, dove perfezionò il suo linguaggio astratto.
Abbandonò le linee curve e iniziò a creare tele strutturate da griglie nere con ampie aree colorate.
Negli anni ’20, introdusse le losanghe, quadri quadrati appesi in diagonale, come Composizione in bianco e blu (1936). Queste opere rappresentavano l’apice della sua ricerca di purezza ed equilibrio formale.
L’ultima fase: New York e l’influenza del jazz
Con l’avvento del nazismo, Mondrian lasciò Parigi nel 1938, trasferendosi prima a Londra e poi a New York nel 1940.
Qui, il ritmo frenetico della città e la sua passione per il jazz ispirarono una nuova fase della sua arte.
Opere come Broadway Boogie Woogie (1942-43) e Victory Boogie Woogie (1944) mostrano una maggiore dinamicità, con un uso più frammentato delle linee e dei colori.
Il suo lavoro rifletteva l’energia della metropoli americana e l’influenza della musica jazz, con una struttura più libera rispetto ai suoi lavori precedenti.
La morte e il funerale
Piet Mondrian morì il 1° febbraio 1944 a New York a causa di una polmonite, all’età di 71 anni. Il suo funerale si svolse in forma privata, con la partecipazione di artisti e amici del mondo dell’arte.
Venne sepolto nel Cypress Hills Cemetery di Brooklyn, lasciando un’eredità artistica che continua a influenzare generazioni di pittori, designer e architetti.