Addio a Franco Abruzzo, maestro di giornalismo e difensore della professione.

12 Aprile 2025 - 18:20--Lutto-
Franco Abruzzo

È morto a 85 anni Franco Abruzzo, figura di spicco del giornalismo italiano.

Storico presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Lombardia, è stato un punto di riferimento per intere generazioni di cronisti e praticanti.

La sua carriera ha attraversato redazioni importanti, battaglie civili e una costante attenzione alla formazione.

Una vita per il giornalismo

Franco Abruzzo era nato a Cosenza il 3 agosto 1939.

Aveva iniziato il suo percorso giornalistico nella sua terra d’origine, scrivendo per testate come Il Tempo e Il Giornale d’Italia.

È stato il primo praticante riconosciuto d’ufficio in Italia, a testimonianza di una carriera segnata da primati e impegno.

Nel 1962 si trasferì a Milano, dove iniziò a lavorare per Il Giorno come cronista giudiziario.

Qui affrontò temi delicati e pericolosi, tanto che fu persino minacciato dal boss mafioso Luciano Liggio.

Col tempo divenne caposervizio, occupandosi di politica e cronache nazionali con autorevolezza e rigore.

Nel 1993 entrò nella redazione de Il Sole 24 Ore, dove rimase fino alla pensione, nel 2001.

Formatore e difensore dei diritti dei colleghi

Abruzzo non è stato solo un giornalista.

È stato soprattutto un formatore, un mentore, un difensore instancabile dei diritti della categoria.

Ha scritto manuali che ancora oggi accompagnano i praticanti verso l’esame da professionista.

Ha curato con passione una newsletter, il Notiziario, che raggiungeva oltre 70.000 professionisti, tra cui magistrati e docenti universitari.

La sua missione era informare, spiegare, chiarire i nodi della deontologia e delle norme che regolano il mestiere.

Ha contribuito alla crescita dell’Istituto Carlo de Martino, che in 30 anni ha formato 682 giornalisti professionisti.

Un impegno che ha lasciato il segno e che si è trasformato in un Master universitario presso l’Università di Milano.

Presidente dell’Ordine e protagonista delle battaglie civili

Franco Abruzzo è entrato nel consiglio dell’Ordine dei Giornalisti nel 1986.

Da quel momento in poi ha influenzato profondamente la cultura e l’etica della professione.

È stato eletto presidente dell’Ordine lombardo e ha mantenuto quel ruolo con autorevolezza e impegno.

L’ultima volta è stato rieletto nel 2010.

L’Ordine dei Giornalisti della Lombardia lo ha ricordato con parole sentite:

“L’Ordine lombardo, per diversi aspetti, risente ancora della sua impronta, soprattutto nell’attenzione a quei colleghi più deboli, privi di diritti”.

Ha sempre difeso la libertà d’informazione, la qualità della professione e i diritti di chi lavora in condizioni precarie.

È stato anche tra i fondatori di Stampa Democratica, movimento nato nel 1978 insieme a Walter Tobagi.

Il cordoglio dei colleghi e della famiglia

Profonda la commozione nel mondo del giornalismo.

Il collega Giuseppe Gallizzi ha voluto ricordarlo con parole affettuose:

“Un professionista serio, un rappresentante qualificato delle più alte istituzioni della nostra categoria. Ma soprattutto, un amico”.

Gallizzi ha poi rivolto un pensiero alla moglie Diana e alle figlie, Vittoria e Anna Maria, esprimendo la vicinanza di tutta la categoria.

 

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È morto a 85 anni Franco Abruzzo, figura di spicco del giornalismo italiano.

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La sua carriera ha attraversato redazioni importanti, battaglie civili e una costante attenzione alla formazione.

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Franco Abruzzo era nato a Cosenza il 3 agosto 1939.

Aveva iniziato il suo percorso giornalistico nella sua terra d’origine, scrivendo per testate come Il Tempo e Il Giornale d’Italia.

È stato il primo praticante riconosciuto d’ufficio in Italia, a testimonianza di una carriera segnata da primati e impegno.

Nel 1962 si trasferì a Milano, dove iniziò a lavorare per Il Giorno come cronista giudiziario.

Qui affrontò temi delicati e pericolosi, tanto che fu persino minacciato dal boss mafioso Luciano Liggio.

Col tempo divenne caposervizio, occupandosi di politica e cronache nazionali con autorevolezza e rigore.

Nel 1993 entrò nella redazione de Il Sole 24 Ore, dove rimase fino alla pensione, nel 2001.

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Abruzzo non è stato solo un giornalista.

È stato soprattutto un formatore, un mentore, un difensore instancabile dei diritti della categoria.

Ha scritto manuali che ancora oggi accompagnano i praticanti verso l’esame da professionista.

Ha curato con passione una newsletter, il Notiziario, che raggiungeva oltre 70.000 professionisti, tra cui magistrati e docenti universitari.

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L’ultima volta è stato rieletto nel 2010.

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“L’Ordine lombardo, per diversi aspetti, risente ancora della sua impronta, soprattutto nell’attenzione a quei colleghi più deboli, privi di diritti”.

Ha sempre difeso la libertà d’informazione, la qualità della professione e i diritti di chi lavora in condizioni precarie.

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