Tesori, mappe, abbordaggi, rum e donne esotiche fanno parte dell’aurea leggendaria che circonda la storia dei pirati, alimentata da molti libri (Emilio Salgari fu l’autore più prolifico) e film hollywoodiani.
I pirati sono solitamente sinonimo di Caraibi, Malesia, e anche Mar della Cina, ma c’è una piccola isola, poco lontana dalla costa orientale del Madagascar, che a cavallo tra il 17° e il 18° secolo divenne il rifugio di più di 1000 pirati, tra cui i famigerati Adam Baldridge, William Kidd, Olivier Levasseur, Henry Every, Robert Culliford, Abraham Samuel e Thomas Tew.
Oggi si chiama Nosy Boraha, ma è più conosciuta con il nome francese di Île Sainte-Marie. A sud dell’isola, in una baia riparata, c’è un lembo di terra chiamato proprio Isola dei Pirati.
I bucanieri sapevano scegliere bene i loro rifugi: Île Sainte-Marie è un paradiso tropicale con acque tranquille e frutti abbondanti, con numerose baie protette dalle tempeste e, cosa non trascurabile, si trovava proprio sulle rotte commerciali delle navi che tornavano dalle Indie Orientale, cariche di merci preziose.