Se, presi da un attacco di ira e fomentati da un astio ormai radicato, si arriva ad augurare la morte a qualcuno si commette reato? Certo si tratta di un comportamento biasimevole e “poco carino”, ma per la giurisprudenza no: non è reato! Per fugare ogni dubbio in materia è stato necessario l’intervento, peraltro ripetuto, della Corte di Cassazione, ma ormai è chiaro: non c’è nessuna rilevanza penale.