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Defunti Digitali. In Cina l’intelligenza artificiale riporta in vita i cari scomparsi.

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In Cina, una nuova frontiera dell’intelligenza artificiale sta trasformando l’esperienza del lutto, consentendo alle persone di interagire con rappresentazioni digitali dei loro cari scomparsi.
La startup pioniera in questo campo, “SuperBrain”, ha sviluppato un sistema in grado di creare avatar realistici di defunti attraverso la raccolta di foto, vocali e video, che catturano la voce, le espressioni facciali e i tratti distintivi della persona.
Questi avatar, resi possibili dai modelli di intelligenza artificiale generativa, consentono alle famiglie di intraprendere conversazioni interattive con i loro cari, rendendo la presenza virtuale dei defunti un fenomeno sempre più accessibile.
Le offerte di SuperBrain spaziano da semplici registrazioni vocali fino a chatbot interattivi con funzionalità avanzate, e i costi variano notevolmente, raggiungendo cifre fino a 14.000 dollari per i prodotti più complessi.
Anche una delle principali imprese di pompe funebri cinesi ha lanciato un servizio in cui l’avatar del defunto può partecipare al proprio funerale, offrendo un’esperienza di commiato unica per amici e parenti.
Questa innovazione tecnologica non rappresenta solo un passo in avanti nella realtà virtuale, ma risponde anche a specifiche esigenze culturali.
Nella cultura cinese, il legame con gli antenati è un valore radicato: molte famiglie conservano tuttora un angolo o una stanza dedicata ai defunti nelle proprie abitazioni, e durante le numerose festività commemorative si offrono cibo e denaro rituale per onorare i cari scomparsi. Secondo alcune stime, il mercato dell’IA applicata alla commemorazione dei defunti potrebbe superare il valore di 1,5 miliardi di dollari in Cina entro il 2026.
Tuttavia, il fenomeno solleva anche preoccupazioni. Alcuni psicologi e sociologi temono che l’affidarsi a questi avatar possa interferire con l’elaborazione del lutto, rischiando di creare una dipendenza emotiva e un eccessivo attaccamento alla proiezione digitale del defunto.
A tal proposito, il governo cinese sta lavorando a una proposta di legge per regolare l’uso di queste tecnologie, consapevole delle delicate implicazioni sociali ed etiche che comportano.
Il professor Marco Fasoli, esperto in filosofia e intelligenza artificiale all’Università
La Sapienza di Roma, ha recentemente condiviso il proprio parere su queste tecnologie in un’intervista. Secondo Fasoli, l’uso dei dati personali per ricreare personalità digitali è una questione delicata, legata alla disponibilità di enormi quantità di dati che produciamo quotidianamente. “Ogni volta che interagiamo sui social, lasciamo informazioni che possono essere utilizzate per simulare la nostra personalità e il nostro modo di comunicare,” spiega il professore.
Questo permette potenzialmente di ricreare un’esperienza interattiva con persone scomparse e persino di simulare in tempo reale il comportamento di individui viventi.
Fasoli sottolinea che l’effetto di queste tecnologie sull’elaborazione del lutto è soggettivo. “Non c’è un valore morale intrinseco,” afferma, “ma queste innovazioni evidenziano la complessità delle tecnologie digitali e ci pongono davanti a nuove sfide etiche.” Le macchine, aggiunge, stanno dimostrando una capacità di comunicazione sempre più vicina a quella umana, e questo straordinario risultato apre interrogativi sui limiti e le implicazioni di tali innovazioni.
In un’epoca in cui l’IA sta rivoluzionando ogni aspetto della vita, il tema dei defunti digitali ci mostra quanto sia cruciale comprendere e gestire questi cambiamenti.
È un segnale di come stiamo entrando in una nuova fase della tecnologia, dove la linea tra reale e virtuale si fa sempre più sottile.

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