Nome: Simone e Giuda Taddeo
Titolo: Apostoli
I santi Simone e Giuda Taddeo, apostoli di Gesù, svolsero un ruolo importante nella diffusione del cristianesimo e subirono il martirio per la loro fede.
San Simone, soprannominato Cananeo o Zelota, appare nei Vangeli come uno degli ultimi elencati tra i dodici apostoli. Il suo soprannome potrebbe derivare dal suo coinvolgimento nel movimento degli Zeloti, un gruppo di patrioti ebrei che si opponevano all’occupazione romana.
Secondo la tradizione, Simone subì un martirio cruento, venendo ucciso con una sega, strumento con cui è spesso raffigurato nell’iconografia sacra. Per questa ragione, è considerato il patrono dei boscaioli e taglialegna.
San Giuda Taddeo, noto anche come Giuda di Giacomo nei Vangeli di Luca, è spesso confuso con Giuda Iscariota, il traditore di Gesù.
Per evitarne la confusione, è chiamato Taddeo, che in aramaico significa “magnanimo”.
Nelle Scritture, Giuda Taddeo emerge soprattutto nell’episodio dell’Ultima Cena, quando chiede a Gesù: «Signore, come è accaduto che devi manifestarti a noi e non al mondo?».
La risposta di Gesù sottolinea l’importanza dell’amore come via per la relazione con Dio: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui».
La vita missionaria di Simone e Giuda Taddeo si incrocia nella tradizione.
Dopo la Pentecoste, i due apostoli si recarono a predicare insieme in diverse regioni, tra cui la Persia, l’Armenia e la Babilonia.
Secondo la leggenda, la loro predicazione portò alla conversione di migliaia di persone, ma attirò anche la rabbia dei nemici del cristianesimo.
Entrambi furono arrestati e portati al Tempio del Sole, dove venne imposto loro di rinnegare Cristo e rendere culto alla dea Diana.
Rifiutando di farlo, Giuda Taddeo dichiarò falsi gli idoli pagani, provocando il crollo del tempio.
La folla, spaventata e infuriata, si avventò sui due apostoli, uccidendoli brutalmente.
Le reliquie di Simone e Giuda Taddeo sono oggi custodite nella Basilica di San Pietro a Roma, dove vengono venerati come martiri.
San Simone, soprannominato Cananeo o Zelota, appare nei Vangeli come uno degli ultimi elencati tra i dodici apostoli. Il suo soprannome potrebbe derivare dal suo coinvolgimento nel movimento degli Zeloti, un gruppo di patrioti ebrei che si opponevano all’occupazione romana.
Secondo la tradizione, Simone subì un martirio cruento, venendo ucciso con una sega, strumento con cui è spesso raffigurato nell’iconografia sacra. Per questa ragione, è considerato il patrono dei boscaioli e taglialegna.
San Giuda Taddeo, noto anche come Giuda di Giacomo nei Vangeli di Luca, è spesso confuso con Giuda Iscariota, il traditore di Gesù.
Per evitarne la confusione, è chiamato Taddeo, che in aramaico significa “magnanimo”.
Nelle Scritture, Giuda Taddeo emerge soprattutto nell’episodio dell’Ultima Cena, quando chiede a Gesù: «Signore, come è accaduto che devi manifestarti a noi e non al mondo?».
La risposta di Gesù sottolinea l’importanza dell’amore come via per la relazione con Dio: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui».
La vita missionaria di Simone e Giuda Taddeo si incrocia nella tradizione.
Dopo la Pentecoste, i due apostoli si recarono a predicare insieme in diverse regioni, tra cui la Persia, l’Armenia e la Babilonia.
Secondo la leggenda, la loro predicazione portò alla conversione di migliaia di persone, ma attirò anche la rabbia dei nemici del cristianesimo.
Entrambi furono arrestati e portati al Tempio del Sole, dove venne imposto loro di rinnegare Cristo e rendere culto alla dea Diana.
Rifiutando di farlo, Giuda Taddeo dichiarò falsi gli idoli pagani, provocando il crollo del tempio.
La folla, spaventata e infuriata, si avventò sui due apostoli, uccidendoli brutalmente.
Le reliquie di Simone e Giuda Taddeo sono oggi custodite nella Basilica di San Pietro a Roma, dove vengono venerati come martiri.