Paul Auster, rinomato autore americano della “Trilogia di New York”, è morto a causa di complicazioni legate a un cancro ai polmoni. La sua scomparsa è stata annunciata dal New York Times, che ha riferito che Auster, all’età di 77 anni, è deceduto nella sua residenza di Brooklyn. Il giornale cita Jacki Lyden, amica dello scrittore, per queste informazioni.
Auster è stato una figura chiave nella letteratura contemporanea americana e internazionale, essendo uno degli esponenti più importanti del Postmodernismo, insieme ai suoi colleghi e amici Thomas Pynchon e Don DeLillo. Il suo stile di scrittura era diretto e penetrante, in grado di esplorare le angosce e le nevrosi dell’uomo moderno e di rappresentare le solitudini della vita contemporanea in un mondo spesso governato dal caso.
Tra le sue opere più significative si annoverano: la “Trilogia di New York”, composta da “Città di vetro” (1985), “Fantasmi” (1986), e “La stanza chiusa” (1987); “Moon Palace” (1989); “La musica del caso” (1990); “Il libro delle illusioni” (2002); e “Follie di Brooklyn” (2005).
Il suo ultimo romanzo, “Baumgartner”, è stato pubblicato l’anno scorso. Auster ha anche lasciato un’impronta nel cinema, avendo scritto le sceneggiature di “Smoke” e “Blue in the face” (1995), diretti da Wayne Wang, “Lulu on the bridge” (1998), con Willem Dafoe e Harvey Keitel, e “La vita interiore di Martin Frost” (2007), per il quale ha anche diretto.
Nato il 3 febbraio 1947 in una famiglia ebrea di origini polacche a Newark, New Jersey, Auster ha trascorso la sua infanzia nella stessa città insieme alla sorella più giovane, che soffriva di problemi di salute mentale. Il difficile matrimonio dei suoi genitori ha influenzato profondamente la sua vita e la sua scrittura, come ha raccontato nel suo memoir “Sbarcare il lunario”. Dopo il liceo, Auster ha viaggiato in Europa, visitando Italia, Spagna, Parigi e Dublino, la città di James Joyce.
Tornato negli Stati Uniti, si è iscritto alla Columbia University. Nel 1966 ha incontrato la scrittrice Lydia Davis, che ha sposato nel 1974 e da cui ha avuto un figlio, Daniel.
Daniel è stato tragicamente coinvolto in una vicenda che ha scosso la famiglia: è morto per overdose a 44 anni nell’aprile 2022, sei mesi dopo essere stato arrestato e processato per la morte della sua figlia di dieci mesi, Ruby, trovata incosciente in casa a Brooklyn a causa di un’overdose di fentanyl ed eroina.