Il regista Paolo Taviani è scomparso a Roma all’età di 92 anni, dopo una breve malattia. Il cineasta, ricoverato presso la clinica Villa Pia, ha lasciato la moglie Lina Nerli Taviani e i figli Ermanno e Valentina accanto a sé. La cerimonia laica funebre si terrà lunedì 4 marzo presso la Protomoteca del Campidoglio dalle 10 alle 13.
Paolo Taviani ha segnato la storia del cinema italiano, collaborando con il fratello Vittorio fino alla sua scomparsa nel 2018. La coppia, proveniente da San Miniato vicino a Pisa, si trasferì a Roma negli anni ’50 con l’obiettivo di cambiare il mondo attraverso il cinema. Il loro ultimo film in coppia, “Leonora addio”, è stato presentato a Berlino nel 2022 e ha raccontato il viaggio delle ceneri di Pirandello da Roma ad Agrigento.
Il regista, noto per il rigore e l’impegno civile nei suoi lavori, ha contribuito a delineare una linea di confine tra il Neorealismo e un nuovo cinema realista, caratterizzato da elementi ideologici e poetici.
Paolo Taviani ha ricordato con affetto la collaborazione con il fratello, sottolineando l’assenza di Vittorio nel suo primo film senza di lui, “Leonora addio”. L’opera è stata realizzata in bianco e nero, come un omaggio al loro inizio nel mondo cinematografico.
I fratelli Taviani, provenienti da una famiglia borghese con un padre antifascista, hanno intrapreso il loro percorso ispirati da film come “Paisà” di Rossellini e “Ladri di biciclette”.
La loro carriera ha sfiorato temi come il declino del comunismo, la repressione in Cecoslovacchia e il Risorgimento italiano, contribuendo a film memorabili come “Padre padrone” (Palma d’oro nel 1977) e “La notte di San Lorenzo” (Premio speciale della giuria a Cannes nel 1984).
Il duo ha continuato a realizzare opere di rilievo, vincendo il Festival di Berlino nel 2012 con “Cesare deve morire”. Dopo la scomparsa di Vittorio, Paolo Taviani ha diretto da solo “Una questione privata” nel 2017, definendosi “un mezzo regista” senza la presenza del fratello sul set.
La coppia ha accumulato oltre venti film, numerosi premi e un Leone d’oro alla carriera nel 1986. La sua lunga carriera ha confermato l’importanza del cinema nel rivelare la verità personale e collettiva, mantenendo un rigore che ha contraddistinto il loro lavoro nel corso degli anni.
la Redazione