Si dice, spesso, che chi non ha talento insegna. Detto popolare. A volte, come tutti i detti, azzeccato. Altre, invece, sbandierato per invidia. Renata Scotto insegnava. E lo faceva perché aveva (senza la negazione davanti) talento.
Aveva talento per l’insegnamento, generosa nel dare consigli, nel seguire giovani promesse del canto nella sua Accademia operistica e nella sua infaticabile attività (anche di regista) al Teatro dell’Opera giocosa di Savona, la sua città. E aveva, soprattutto, talento musicale. Innato. Quello che le ha permesso di diventare Renata Scotto, soprano che ha segnato la storia del Novecento.
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