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13 agosto 1946. Muore Herbert George Wells.

Insieme al più “realistico” Jules Verne, Herbert George Wells è considerato il fondatore della fantascienza vera e propria, quel genere di letteratura che si occupa vuoi di immaginare il futuro sulla base del progresso tecnologico esistente (il caso di Verne, appunto), oppure di inventare temi nuovi e fantastici senza preoccuparsi troppo della loro verosimiglianza. Inutile dire che H.G. Wells in questo, è un vero capostipite. È a lui che dobbiamo ipotesi narrative quali il viaggio nel tempo, l’invasione degli alieni o la possibilità di diventare invisibili (per tacere dei possibili effetti delle sperimentazioni genetiche); tutti temi che, a ben vedere, caratterizzano pesantemente la fantascienza di oggi e che individuano quindi in Wells il vero precursore.
Questo visionario romanziere si è dedicato alla scrittura quasi per caso. Nato il 21 settembre 1866 a Bromley, in Inghilterra, in una famiglia di modeste condizioni, ereditò la passione per la lettura dal padre, uomo di vasti interessi, giocatore professionista di cricket, e possessore di un piccolo negozietto di ceramiche. Eppure, malgrado queste diverse attività, i proventi bastavano a malapena a mantenere la famiglia al di sopra dell’indigenza.
Tale era dunque l’affanno economico della famiglia che il povero Herbert fu inizialmente costretto a lasciare il college, obbligato a contribuire al bilancio familiare. Le varie biografie uscite in suo onore dopo la morte lo descrivono così alle prese con la vendita di tessuti, dietro il bancone di una farmacia o come assistente in una scuola. Tutti lavori a lui poco congeniali. Il risultato erano continui licenziamenti o, appunto, peregrinazioni da un posto all’altro.
Nel 1884 Wells torna faticosamente sui banchi di scuola e ottiene una borsa di studio presso il Royal College of Science and Technology di Londra.
Qui per tre anni studierà tutte le materie scientifiche, entusiasmandosi in particolare per la nuova teoria darwiniana, di cui diventerà fervente sostenitore. Terminati gli studi diviene aiuto professore in una scuola a Holt, nel Galles settentrionale.
Nel 1888 torna ad insegnare a Londra dove entra a far parte del corpo insegnanti della Henley House School e dove completa la sua formazione laureandosi a pieni voti in Zoologia nel 1890.
La sua attività di scrittore si origina però a partire da un’emorragia polmonare che, costringendolo a letto per molto tempo, lo induce a prendere carta e penna e a mettere nero su bianco, a fianco di articoli a sfondo saggistico che andava scrivendo per giornali e riviste (nel 1893 sforna anche un manuale di biologia), le fantasie che da un po’ andavano formandosi nella sua fervida mente.
Nel 1895 riesce a pubblicare contemporaneamente un volume di racconti, “Il bacillo rubato e altri incidenti” e i capolavori “La macchina del tempo” e “La visita meravigliosa”. Ed è subito successo strepitoso: quegli strani e straordinari romanzi gli valsero rapidamente la nomea di scrittore di eccezionale vigore e immaginazione. Lo stesso anno sposa Amy Catherine Robbins, che era stata sua allieva (Wells si era già sposato nel 1891 con la cugina, ma il matrimonio fu annullato).
La serie di romanzi continua praticamente a ritmo serrato e vengono così alla luce in rapida successione “L’isola del dr. Moreau”, “L’uomo invisibile”, “La guerra dei mondi”, “Il primo uomo sulla Luna” e altri ancora, la cui diffusione lo renderanno autore di fama mondiale.
Raggiunta così la grande notorietà e il benessere economico, H.G. Wells comincia a rivedere il suo atteggiamento e le tematiche da lui affrontate in un’ottica diversa. Anche a causa dello scoppio della prima guerra mondiale, comincia ad interessarsi alla politica e a formulare idee particolari sulla costituzione di uno “Stato universale” (aderì ad una corrente socialista chiamata “fabianesimo” e riuscì persino ad esporre personalmente le proprie idee a Roosevelt e Stalin).
Di quest’epoca sono quattro saggi nei quali espone le sue teorie, e due romanzi utopici nei quali ci sono visioni del futuro in chiave positiva. Il vecchio Wells vedeva la Scienza come un oscuro e misterioso potere negromantico di difficile controllo e di incerte conseguenze; adesso la Scienza viene vista come mezzo per migliorare le condizioni umane e attraverso la quale ricercare il Bello, il Vero e il Giusto.
Questa visione ottimistica verrà purtroppo offuscata di nuovo con l’avvento del nazismo e lo scoppio della seconda guerra mondiale.
I suoi ultimi scritti ci fanno infatti tornare in mente il Wells delle origini: con “Il destino dell’Homo Sapiens” (scritto nel 1939) e “Mente agli sgoccioli” (del 1945) l’autore sembra condannare definitivamente l’umanità verso la fine senza possibilità di salvezza.
Tormentato da queste oscure visioni H.G. Wells muore a Londra il 13 agosto 1946. Due crateri, uno sulla Luna e l’altro su Marte, sono stati battezzati “Cratere Wells” in suo onore.

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