EFI – Eccellenza Funeraria Italiana, la Federazione Nazionale che rappresenta l’Imprenditoria Funeraria privata del nostro Paese e che annovera fra i propri iscritti diverse aziende del capoluogo emiliano, prende le distanze dalla manifestazione andata in scena ieri a Bologna.
“A poco più di un anno dalle dolorose immagini dei camion militari che trasportavano le bare dal cimitero di Bergamo ai forni crematori di altre città, riteniamo un atto di scarsa sensibilità e assolutamente irrispettoso nei confronti dei cittadini averli costretti ad assistere ad una sfilata di carri funebri che, in un periodo già permeato di malinconia, si è rivelata più uno spettacolo di autopromozione che non la testimonianza di una giusta rivendicazione.
Siamo consapevoli che la nostra categoria è fra quelle più esposte al pericolo di un contagio che mette a repentaglio la salute, e a volte la stessa vita, non solo degli Operatori Funerari, ma anche dei loro congiunti: fin dal manifestarsi della pandemia, siamo soggetti, così come il personale sanitario, ai rischi di trasmissione del Covid-19 dovendo trattare tutte le salme, quelle positive al coronavirus e le altre, e dovendo entrare in contatto con le famiglie colpite da un lutto, anch’esse possibili veicoli di contaminazione per essere state vicine ai loro cari defunti.
E il dato nazionale dei decessi avvenuti in questi mesi fra gli addetti funebri è drammatico e particolarmente inquietante.
Già a dicembre abbiamo chiesto a tutte le Istituzioni nazionali e regionali che agli addetti funebri, proprio per l’esposizione legata al lavoro svolto, siano garantite le tutele vaccinali prima che ad altre categorie, riconoscendo così le valenze del loro intervento e mettendoli nelle condizioni di operare con la necessaria tranquillità. E attendiamo fiduciosi che nell’aggiornamento del Piano Nazionale Vaccinale venga riconosciuta la validità della nostra richiesta.
Ben altri sono i problemi del comparto funerario nella città di Bologna. L’inchiesta “Mondo Sepolto” ha portato alla luce un sistema di malaffare e di corruzione che è il vero cancro del nostro settore: sarebbe forse auspicabile, quindi, manifestare perché, al di là di segnali preoccupanti che emergono con sempre maggiore frequenza, tutto non debba tornare ad essere come o addirittura peggio di prima!”.