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Covid e lockdown. Aumenta il numero di ricoveri in psichiatria: sono giovani e giovanissimi.

Li si è spesso incolpati, additati come egoisti, irresponsabili, immaturi. Alla vista degli assembramenti sui Navigli di Milano, delle feste notturne fuori dai locali sforando il coprifuoco non si sono risparmiati gli insulti. Sono loro: gli adolescenti, i giovanissimi. Gli under 20 costretti a studiare a casa talvolta circondati da genitori in smart working, da fratelli o sorelle minori anch’essi dediti a seguire le lezioni a distanza. Sono i milioni di ragazzini e ragazzine che, spesso, non dispongono di un computer o di un tablet tutto per loro su cui poter seguire la lezione di Greco o Latino o Arte, ma che si vergognano ad ammetterlo con professori e compagni. Sono gli adolescenti che, spesso, si ribellano mentre dentro vivono un disagio inconfessabile. È quanto emerge da uno studio condotto dalla Fondazione Mondino IRCCS di Pavia. Il report delinea un quadro allarmante che ci ricorda che nel mondo non si muore solo di Covid. Solo in Lombardia, nell’ultimo anno, sono aumentate del 50% le richieste di ricovero in Neuropsichiatria per autolesionismo che riguardano adolescenti. Cresciuti del 50% anche i tentati suicidi.

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