La Sla ha bussato alla porta di Roberto meno di un anno fa e lui non l’ha riconosciuta. Iniziava a camminare male, ma solo i colleghi se n’erano accorti. “Cosa hai fatto? Che è successo?”, gli chiedevano. Quello che Roberto non riusciva ancora a vedere, lo hanno visto i medici. E sembrava una diagnosi accettabile, con cui si poteva convivere. L’estate scorsa Roberto Sanna, 34 anni di Pula, ha cresimato un ragazzo, usava una stampella, della malattia parlava in modo sereno. Don Marcello Loi, il parroco che ha officiato quel sacramento, dice che non gli sembrava spaventato o troppo preoccupato. Soprattutto, gli pareva che stesse ancora bene. Ecco perché non si aspettava di ricevere la telefonata che lo avvisava della decisione presa dal giovane: andare in Svizzera per il suicidio assistito. Stava partendo.