La fondazione Santo Spirito reclama l’Iva su circa 5 mila sepolture già acquistate (e pagate) nel periodo compreso tra il 2014 al 2019 presso il cimitero di Sant’Orsola. Il motivo? L’Agenzia delle Entrate ha stabilito che la fondazione che gestisce il più grande cimitero privato della città “non è esente da Iva sulle tariffe di concessione“, obbligandola a versare l’imposta al 10%. E così l’ente gestore del camposanto diffida e mette in mora i parenti dei defunti e i clienti che hanno acquistato una sepoltura per recuperare le somme da versare all’Erario, malgrado contratti già chiusi. C’è però chi si oppone alla richiesta ed è deciso a portare la questione in tribunale, forte di contratti e fatture in cui viene messo nero su bianco l’avvenuto versamento della somma “Iva inclusa“.