Hanno ammesso di svolgere attività di servizio funebre, ma non di non essere nella sostanza gestori del cimitero pur erogando una serie di servizi che spetterebbero al Comune di Sulmona. È questo, in sintesi, il contenuto delle dichiarazioni rese al giudice del Tribunale di Sulmona dai primi tre testi sentiti nel corso del procedimento civile intentato dalla Casa Funeraria di Caliendo e Celestial nei confronti dell’Arciconfraternita della Santissima Trinità e della Confraternita di Santa Maria Di Loreto. Oltre due ore di udienza nel corso della quale è stata approfondita una serie di punti. Davanti al giudice si sono presentati i due rappresentati legali dei sodalizi, unitamente all’ex Commissario del sodalizio lauretano. Sostanzialmente i testi hanno confermato di svolgere attività di servizio funebre, ma solo sui padiglioni di competenza, ottemperando cioè a quei servizi che spetterebbero al gestore. Come a dire che una serie di attività il Comune non provvede a farle. Alle Confraternite viene infatti contestato l’esercizio del doppio ruolo di gestore di servizi cimiteriali e attività di onoranze funebri, in contrasto tanto con la normativa regionale di riferimento che con le disposizioni antitrust. I ricorrenti hanno chiesto non solo di porre fine a questa doppia attività, ma anche un congruo risarcimento danni. L’udienza è stata aggiornata al prossimo 28 ottobre per sentire altri testi.
fonte: www.reteabruzzo.com