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Napoli. I funerali del bambino che si è tolto la vita.

Nella monumentale chiesa di Santa Chiara che non è mai stata silenziosa tanto come in questa circostanza, le parole e la straordinaria forza di un padre e di una madre colpiti da un dolore troppo grande ci ricordano che “nella vita esiste l’imponderabile. È quello che è capitato a noi. Nostro figlio era un bambino felice. Ha avuto un episodio, non sappiamo perché. È stato sorridente fino a poco prima. Tutti ci chiedono che cosa è successo, ma non sappiamo rispondere“.
Amici, parenti, compagni di scuola ascoltano con il viso rigato di lacrime il papà del bambino di 11 anni che la sera del 29 settembre si è tolto la vita lanciandosi nel vuoto, forse perché vittima di una “challenge sul web“. Ma questo dovranno chiarirlo le indagini: ora c’è spazio solo per il dolore e per riflettere su questo dramma. “È nostro dovere impegnarci affinché quello che è accaduto a lui non si ripeta. Ma dobbiamo sapere che non potremo mai eliminare l’imponderabile“. E si affida a un’immagine: “Mio figlio era un puro. E nella purezza c’è l’ingenuità. Amava andare a pesca. Ecco, forse ha pensato di aver preso un tonno, oppure un polipo. Invece era un pesce avvelenato“.
Prima di lui aveva preso la parola la madre per ricordare quel figlio “che era nato sorridendo, seguiva la vita con fiducia, interesse. Ottimismo. Cercheremo di sopportare l’inspiegabile e l’inaccettabile. Proveremo ad affrontare una vita che non sarà più la stessa, ma è pur sempre vita. E lui sarà il nostro passato che illumina. Dio sostenga tutti i bambini colpiti da questo dolore ingiusto. Oggi piangiamo. Ma domani, pensando a lui, sorrideremo. È successo l’imponderabile, fa parte della vita. Non c’é da averne rabbia“. La grande chiesa nel cuore di Napoli ascolta. È piena, eppure rimane in silenzio.

fonte: napoli.repubblica.it

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