fbpx

11 settembre 1860. La fine del dominio della santa sede.

Tra l’11 e il 12 settembre 1860, Pesaro e l’Italia centrale vissero uno dei momenti più cruciali del processo di unificazione italiana: la fine del secolare dominio della Santa Sede su queste terre.
Questo evento si inserisce nel più ampio contesto della Seconda Guerra d’Indipendenza e degli sconvolgimenti politici che portarono alla nascita del Regno d’Italia. A 160 anni di distanza, la memoria di quei giorni cruciali è ancora viva, un segno indelebile della lotta per la libertà e l’indipendenza che travolse l’Italia della metà dell’Ottocento.
Per comprendere pienamente l’importanza di quei giorni di settembre 1860, è necessario fare un passo indietro. La Seconda Guerra d’Indipendenza, conclusasi nel 1859, aveva segnato un punto di svolta per il futuro della penisola italiana. Con la sconfitta dell’Austria e la successiva cessione della Lombardia al Regno di Sardegna, guidato da Vittorio Emanuele II, il processo di unificazione accelerò.
Ma il 1860 portò ulteriori cambiamenti, con le terre che oggi costituiscono l’Emilia Romagna e la Toscana che, attraverso plebisciti, votarono per l’annessione al Regno di Sardegna.
In parallelo, Giuseppe Garibaldi, con la sua spedizione dei Mille, sbarcò a Marsala nel maggio del 1860, aprendo un nuovo fronte di lotta nel sud della penisola contro il Regno delle Due Sicilie.
Mentre l’Italia settentrionale e meridionale si agitavano, lo Stato Pontificio si ritrovò isolato in un contesto politico che stava rapidamente cambiando.
Con l’avanzare dell’unificazione, lo Stato Pontificio, governato da Papa Pio IX, comprese la necessità di difendersi militarmente. Fu incaricato il generale francese Christophe Léon Louis Juchault de Lamoricière di riorganizzare l’Armata Pontificia. Lamoricière, in pochi mesi, riuscì ad aumentare le forze da 16.000 a 24.000 uomini, reclutando volontari provenienti da Francia, Belgio, Irlanda, Svizzera, Baviera, Austria e anche dall’Italia stessa.
Queste truppe vennero dislocate strategicamente tra Perugia, Spoleto, Macerata e Ancona, con l’obiettivo di proteggere i confini dello Stato Pontificio da possibili incursioni del Regno di Sardegna e degli altri eserciti rivoluzionari. Tuttavia, il destino dello Stato della Chiesa era ormai segnato, nonostante la diplomazia vaticana continuasse a fare affidamento su un’illusoria protezione di Napoleone III.
Napoleone III, imperatore di Francia, giocò un ruolo ambiguo nelle vicende italiane. Se da un lato garantiva una protezione formale allo Stato Pontificio mantenendo truppe nel Lazio, dall’altro favoriva implicitamente l’espansione del Regno di Sardegna, non opponendosi apertamente ai movimenti che minacciavano l’integrità dello Stato della Chiesa. Questa ambiguità diplomatica, unita alla crescente pressione militare da parte delle truppe piemontesi, portò a un epilogo inevitabile.
L’11 e il 12 settembre 1860 segnarono la fine del dominio della Santa Sede su gran parte dell’Italia centrale. Le truppe piemontesi, guidate dal generale Enrico Cialdini, avanzarono senza incontrare particolare resistenza, prendendo il controllo di Pesaro e delle altre città chiave dell’Italia centrale. Nonostante gli sforzi di Lamoricière e del suo esercito multietnico, la superiorità delle truppe piemontesi e il contesto politico ormai sfavorevole condannarono lo Stato Pontificio alla sconfitta.
L’occupazione di Pesaro e delle Marche rappresentò un passo decisivo verso l’unificazione italiana. Pochi giorni dopo, le forze piemontesi si scontrarono con l’esercito pontificio nella celebre Battaglia di Castelfidardo, il 18 settembre 1860, che sancì la definitiva disfatta delle truppe di Lamoricière e l’annessione di gran parte dell’Italia centrale al Regno di Sardegna.
La caduta di Pesaro e delle altre città dello Stato Pontificio segnò non solo la fine del dominio temporale della Chiesa su gran parte dell’Italia, ma anche un momento di svolta nella creazione di un’Italia unita.
Con l’annessione delle Marche e dell’Umbria, la strada verso la proclamazione del Regno d’Italia nel 1861 era ormai tracciata.
A 160 anni di distanza, l’11 e il 12 settembre 1860 rappresentano un anniversario significativo, non solo per Pesaro e Urbino, ma per l’intera nazione. In quei giorni si consumava un passaggio cruciale della storia italiana, uno dei tanti eventi che portarono alla fine del dominio della Santa Sede e all’inizio di una nuova era di unità nazionale.
Questi eventi ci ricordano quanto complesso e sfidante sia stato il cammino verso l’unificazione italiana e quanto fondamentale sia stato il contributo delle città dell’Italia centrale nel determinare il destino di un’intera nazione.

Condividi