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Parma, con il virus scompare la socializzazione del lutto.

Il dramma dell’emergenza Coronavirus va in scena negli ospedali, dove si muore soli senza i familiari vicini a causa delle regole decretate per arginare il virus.
Momenti di grande sconforto per i congiunti delle persone defunte, non solo a causa del virus, che non possono celebrare il funerale dei propri cari.
Le parrocchie sono interdette al culto collettivo, non si svolgono le messe esequiali. Le bare devono essere chiuse subito e portate via in poco tempo. La solitudine della morte si compie nell’impossibilità di salutare in maniera comunitaria chi è venuto a mancare.
Momenti di forte emozione per medici e infermieri al capezzale dei malati.
“La chiesa si sta muovendo in questo difficile momento – spiega don Raffaele Sargenti della Chiesa di San Sepolcro di via Repubblica – con preghiere che non sono mai né piccole né meno importanti.
La Chiesa c’è sempre anche se rispetta le restrizioni imposte dall’emergenza. Vedo una grande disponibilità dei famigliari, seppur nel dolore, di attuare nel presente una benedizione in cimitero anche se si rinuncia all’eucarestia che è un momento fondamentale.
Noi parroci stiamo celebrando senza il popolo per ricordare comunque il Signore in un momento difficile. Molti famigliari hanno espresso il desiderio di tenere in un secondo momento una cerimonia eucaristica.
Tutti, in questo momento, riscoprono una forte sensibilità verso la fede, la speranza nel risorto e l’amore”.

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