Una notizia elettrizzante ha scosso il mondo dell’archeologia, verso la fine dello scorso anno: nuove indagini effettuate col dispiegamento di tecnologie applicate in modo innovativo suggerivano – con pochi dubbi – la possibilità che la tomba del faraone bambino, Tutankhamon, fosse l’anticamera di un vano nascosto. Una camera funeraria – è stata fin da subito l’ipotesi – che poteva forse, senza dubbio, ospitare i resti e le ricchezze della regina Nefertiti. Una storia formidabile, con gli ingredienti giusti per ricreare quel clima di suspense tipico delle grandi scoperte archeologiche in Egitto: false pareti, passaggi nascosti, maledizioni, tesori, mummie e faraoni. C’è solo un problema: l’annuncio sembra fosse infondato.