La morte nel rock fa più notizia delle morti sul lavoro. Quasi siano nuovi martiri o crocifissi per i nostri peccati, che poi se di peccati si tratta, son rimpianti mascherati d’invidia. Che fascino c’è in un cadavere agonizzante per una overdose o soffocato dal suo stesso vomito? Che valore ha il talento gettato precocemente? “Una cosa posso dire su Hendrix”, disse Frank Zappa un giorno, “e cioè che avrebbe fatto bene a non drogarsi”. Ma non è solo il lato oscuro ad affascinare.