Non fatevi fuorviare dalle immagini senili di Kaname Harada: la faccia grinzosa e smagrita, gli occhialoni da miope sul sorriso attonito e imbarazzato dei vecchi che oltre all’ingiuria del tempo devono sopportare anche quello della dentiera. Dovevate vederlo nel 1941, al tempo dell’attacco a Pearl Harbour, nella sua sfolgorante tenuta fuori ordinanza da asso dell’aviazione giapponese. Cuffia di pelle foderata di pelliccia, sovrastata da quegli occhialoni che portavano i piloti dai tempi del Barone Rosso. Il «chiodo» di pelle. La sciarpa bianca. E quello sguardo magnetico da samurai montato su un viso affascinante da duro: un misto di consapevole fierezza e di sfida.