fbpx

Cremazione senza confini.

Sempre più isontini scelgono di farsi cremare una volta passati a miglior vita, e così a Gorizia si sta lavorando a un nuovo impianto di cremazione.
Sarebbe il primo in provincia (ora quello più vicino e utilizzato si trova a Cervignano) e, probabilmente, il primo in Europa ad avere valenza transfrontaliera. L’impianto infatti servirebbe anche i Comuni sloveni dell’ambito del Gect Go. Anzi, proprio l’apporto da oltreconfine permetterebbe di raggiungere la quota di mille cremazionil’anno che rappresenta il minimo per la sostenibilità del progetto.
Le richieste di cremazione nell’Isontino sono in media 600 ogni anno, in crescita costante del 3% circa; almeno altrettante arriverebbero dai territori di Nova Gorica, Sempeter-Vrtojba e circondario, che ora devono rivolgersi a Lubiana o Maribor. Su queste basi poggia l’idea del Comune di Gorizia, che si affiderà ad un project financing da  oltre un  milione e mezzo di euro: l’amministrazione metterà a disposizione l’area – individuata in una struttura diroccata che si trova ai margini del cimitero centrale di Gorizia -, e i costi saranno interamente a carico di privati.
“Il sindaco Rodolfo Ziberna, che ha voluto fortemente questo progetto, si è confrontato con i suoi colleghi sloveni – spiega l’assessore ai Servizi cimiteriali Ferdinando De Sarno -. E’ già stata approvata una delibera di indirizzo, alla quale è seguita una prima manifestazione d’interesse da parte di un’impresa. Ora invece siamo al lavoro per risolvere le questioni burocratiche legate al progetto transfrontaliero”. Serve una modifica del regolamento sloveno che impone l’utilizzo di bare in zinco per le salme da espatriare (lo zinco non si può bruciare), oltre allo snellimento della burocrazia per il cosiddetto “passaporto mortuario”.
“L’auspicio è di poter concretizzare il progetto nel giro di un paio d’anni – dice De Sarno -, per garantire all’utenza locale prezzi particolarmente calmierati: se oggi una cremazione costa intorno ai 600 euro, ci si potrebbe fermare a circa 400 euro”.

Condividi