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Palermo. Riapre dopo 50 anni: storie e curiosità sul cimitero degli Inglesi.

Il Cimitero degli Inglesi ha riaperto dopo 50 anni di chiusura, di degrado, di abbandono: il bene monumentale è tornato a mostrarsi alla città in tutta la sua meravigliosa cupezza. Si trova nel quartiere di Vergine Maria, poco prima del cimitero di Santa Maria dei Rotoli che è il più grande della città ed è stato creato nel 1837 dopo l’epidemia di colera che ha riempito il più antico camposanto di Sant’Orsola. Il cimitero acattolico o “cimitero degli inglesi” si trova in un’area rettangolare e circondata da muri: qui venivano sepolti i protestanti, gli ortodossi e gli ebrei o le persone senza fede, sia straniere che locali. Sono in pochi a conoscerlo nonostante sia di notevole interesse storico. È addossato alla ex manifattura tabacchi che ampliandosi e rimodernandosi nel corso degli anni ha modificato anche il perimetro dell’area destinata alle sepolture. Per esempio del grande cancello monumentale restano due piloni e il muro di cinta è diventato parte della facciata dello stabilimento manifatturiero.
L’epidemia della peste del 1628 spinge il viceré Francesco Ferdinando de La Cueva alla costruzione di un Lazzaretto per la quarantena, che viene completato tre anni dopo circa, ma è troppo vicino alla città. Oltre cento anni dopo e dopo che la peste aveva raggiunto Malta vengono alzati muri di cinta e posti dei cancelli intorno all’edificio; nel frattempo viene emanato il bando che obbligava le sepolture nei cimiteri pubblici (non più nelle chiese). Così il lazzaretto diventa Cimitero acattolico, degli eterodossi. Negli anni Venti del Novecento il proconsole inglese Giacomo Rose ne affida la gestione alla famiglia Withaker fino al 1950 quando Audrey ed Euphrosyne Whitaker, le ultime due rappresentanti della colonia, la trasferiscono al Comune. Nel1966 durante lo scavo per la costruzione dei cantieri navali viene scoperta, tra cripte e fosse comuni, una lastra di piombo con la scritta “1626”. Nel 1833 il portone d’ingresso viene descritto “ad opera d’intaglio di macigni della contrada di Portella di Mare, coronato da un semplice cornicione, sovra cui giace a scultura di rilievo a stucco il Genio della Salute che fa da appoggio all’emblema delle insegne reali, fiancheggiato al di sotto nell’apposito lato dall’aquila e dal cornucopio“. Il terreno era piantato a mirti e cipressi che circondavano un gran mausoleo. Al posto di mirti e cipressi oggi ci sono ficus, asparagi, oleandri, palme nane ed edera.

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