Così come cambiano le tradizioni e gli usi nella società, si modificano anche le scelte della popolazione in tema di sepoltura. Sul Titano i cimiteri sono sempre più saturi, ma in contemporanea sta crescendo un altro fenomeno: quello delle cremazioni. Dal 2010 ad oggi è cresciuto il numero di sammarinesi che hanno deciso di ricorrere a questa pratica alla fine della loro vita. Se nel 2010 le cremazioni in territorio furono 10, nel corso del tempo sono, in linea di massima, costantemente aumentate, fino a toccare le 64 del 2017, quasi raddoppiate rispetto alle 38 del 2016. Dall’inizio del 2018 ad oggi ne sono avvenute 49. A livello statistico la tendenza negli ultimi due anni è di fatto costante. Dietro alla scelta ci sono le motivazioni personali più diverse. C’è chi parla di questioni igieniche, chi vuole che i propri resti siano custoditi in casa e chi decide per la dispersione. A San Marino, infatti, tramite autorizzazione, è possibile spargere le ceneri all’aperto, ad esempio disperderle da una delle torri del monte Titano. Proprio la cremazione è vista come una delle soluzioni al problema “affollamento” nei cimiteri. Un giudizio positivo sulla tendenza a ricorrere alla cremazione arriva dal segretario di Stato agli Interni, Guerrino Zanotti, che la ritiene un aiuto al territorio, per non continuare a “cementificare”. Al momento, ci si deve servire dei forni crematori fuori territorio. Per questo lo Stato offre un incentivo di 1000 euro come sostegno alle spese. “Il Governo è al lavoro per una sorta di “riforma” dei cimiteri: saranno rivisti, tra le altre cose, il sistema delle concessioni e le scadenze dei loculi e si creerà un archivio informatico delle sepolture”.