Sono trascorsi più di trent’anni, ma la tragedia continuerà a riproporsi per chissà quanti decenni ancora: quel 26 aprile del 1986 in Ucraina non lo scorda nessuno perché quando arriva, ogni anno, non è la celebrazione di una battaglia che si può chiudere in un libro di storia.
Il reattore numero 4, sotto le tonnellate di boro e cemento che gli furono buttate addosso a mani nude nei primi sei mesi dalla catastrofe, quel mostro continua a bruciare. Il Drago è ancora vivo e sputa veleno attraverso le crepe che si sono create immediatamente nel “sarcofago”. Il suo alito radioattivo continua ad avvelenare l’ambiente, ad uccidere le persone.
26 aprile 1986. Chernobyl: la tragedia che non passa.
26 Aprile 2024, 04:00
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