Da una parte le famiglie in lutto, che chiedono il rispetto del proprio dolore. Dall’altra la signora Silvana, che vorrebbe poter condurre una vita più spensierata, senza dover fare i conti, ogni giorno, con la morte. Oggetto del contendere un immobile di Carcina, acquistato dalla signora Silvana anni fa. All’epoca sotto casa c’era una fioreria; dal 2008 nel negozio, rimasto sfitto, ha preso posto un’impresa di pompe funebri che ha aperto una casa del commiato. “Da allora la mia vita si è interrotta“, lamenta Silvana. “Non posso ascoltare musica e nemmeno invitare amici a casa. Comprendo il dolore delle famiglie che hanno perso un proprio caro e mi impegno a rispettarlo, ma non posso vivere in lutto costante“.