È il principio della pellicola di Pedro Almodóvar, Volver (2006), ambientato a Castilla-La Mancha, che sintetizza visivamente quanto accadeva in passato e succede ancora oggi presso i cimiteri. In un vorticoso vento, le donne ripuliscono e lucidano le tombe e le lapidi dei cari estinti; agitate e convulse, quasi che quella domesticità e quell’accettazione pacata della morte rientri anche e soprattutto nelle operazioni della quotidianità casalinga, in una forma primitiva d’interazione tra il mondo dei defunti e il nostro. Un vento impetuoso che sconvolge simbolicamente e trascina con sé i ricordi dei vivi ancorati alle memorie delle anime trapassate. Forse questo vento che tutto dissipa, messo in scena poeticamente da Almodóvar, non è altro che quel silenzio tipico che caratterizza l’alterità di questi luoghi.
Anche nel Cimitero Monumentale del Verano di Roma è possibile percepire questa quiete trascendentale e incontrare in questo museo all’aperto uomini e donne che si affrettano a pulire le lapidi e le sculture di famiglia.