Lo lasceranno qui, in questo piccolo cimitero che guarda su una valle, con quel mazzolino di margherite bianche appoggiato al marmo e quella scritta – “Qui è la fine del viaggio, qui riposano le nostre vite e le nostre speranze spezzate” – messa sulla lapide dagli addetti alle tumulazioni per non dover scrivere ancora una volta “bambino migrante sconosciuto“. Lo lasceranno qui, papà Amjad, 36 anni, carrozziere, e mamma Tahani, 33, insegnante di inglese, ora che sanno che il loro piccolo Mohammed, 4 anni appena, è davvero morto quel maledetto 2 agosto di due anni fa, quando il loro barcone si rovesciò nel mare di fronte alla Libia facendo finire in acqua i 268 migranti che erano a bordo, e facendone sparire tra le onde alcune decine.
Grazie alla tv trovano la tomba del figlio naufragato sul barcone.
13 Aprile 2016, 05:29
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