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L’incubo dell’11 settembre e la scelta impossibile dell’uomo che cade.

La Grenfell Tower, questo grattacielo un po’ formicaio a due passi dalle case chic dei ricchi di Londra, è un inferno. E dentro le mamme, i papà, devono scegliere quale inferno sia il peggiore. Ci sono le fiamme che bruciano, il fumo che entra nelle stanze e poi nei polmoni, c’è il fuoco, sempre più vicino. E poi c’è il vuoto. C’è quella finestra, basta aprirla. In fondo la vista, da lassù, è sempre stata bellissima. In questo grattacielo definito «popolare», anche i non affluent possono permettersi un panorama da milionari di Kensington. Però questa notte è diverso. Questa notte la finestra si apre sulla morte, o forse sull’ultima speranza. Forse laggiù, nel vuoto, c’è una salvezza che ti aspetta. Le mani coraggiose che tendono un telone, le braccia infaticabili che sono pronte a raccogliere, a curare, a confortare. E poi di nuovo a riaprirsi, per aiutare qualcun altro.

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