In Italia, quando una persona muore, non ci sono moltissime opzioni su cosa fare del suo corpo: la legge prevede che possa essere seppellito o tumulato (cioè messo in un loculo in muratura) oppure ancora cremato, cioè ridotto in ceneri, che poi possono essere disperse in natura oppure conservate in un’urna. In altri paesi le opzioni sono più numerose, sia per quanto riguarda le tecniche tradizionali di sepoltura, come la sepoltura senza bara, direttamente nella terra, sia per le nuove tecnologie nel campo funerario. Tra queste c’è la tecnica dell’idrolisi alcalina, un’alternativa alla cremazione, che viene svolta non bruciando il corpo, ma sottoponendolo a un trattamento fisico e chimico che scioglie organi e tessuti e successivamente polverizza le ossa. È già usata in 14 stati americani e in tre province canadesi. Viene proposta come alternativa alla cremazione più sostenibile a livello ambientale ed è chiamata “biocremazione”, “cremazione verde” o anche “cremazione con l’acqua”.