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20 febbraio 2006. La morte di Paul Marcinkus.

Muore a 84 anni nella sua casa di Sun City, nel deserto dell’Arizona, Paul Marcinkus, ex-presidente dello Ior, Istituto per le Opere di Religione, la Banca Vaticana. L’arcivescovo si porta, così, nella tomba segreti e verità mai rivelate su alcune delle vicende italiane più controverse degli anni ’70 e ’80, dal crack del Banco Ambrosiano al rapimento di Emanuela Orlandi. Al servizio del Vaticano dal 1969, Marcinkus è accusato di avere avuto contatti non solo con la loggia massonica P2, ma anche con Cosa Nostra e la Banda della Magliana. Chi sostiene la tesi dell’uccisione di Giovanni Paolo I, vede in Marcinkus uno dei mandanti e degli occultatori del delitto. Sicuramente fra Papa Luciani e l’arcivescovo americano c’erano fortissimi contrasti sui valori etici e sui sistemi con cui questi gestiva la Banca Vaticana. Il 20 febbraio 1987 Marcinkus sfugge, grazie all’immunità vaticana, al mandato d’arresto spiccato dalla magistratura italiana. Per ben 7 anni, dopo lo scandalo dell’Ambrosiano, rimane a capo della Banca Vaticana. Esce di scena solo alla fine degli anni ’90 quando fa ritorno all’arcidiocesi di Chicago, per poi trasferirsi definitivamente a Sun City. Non racconterà mai agli inquirenti la “sua” verità.

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