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La vita eterna dell’io digitale.

È sempre dura quando muore una persona, in qualunque circostanza. Si apre un buco nel mondo. E noi dobbiamo celebrare questo lutto. Altrimenti il buco non si chiuderà più” ha scritto Haruki Murakami nel bestseller “1Q84”. L’elaborazione del lutto rappresenta dalla notte dei tempi il grande cruccio dell’umanità, condannata dalla sua finitezza a compiangere quanti lasciano di volta in volta questa terra. Oggi non è solo più un problema materiale o spirituale: la modernità ci ha consegnato una terza via dell’essere che è quella digitale. Che fine fa il nostro io digitale quando il corpo muore? Le tracce che rimangono dopo il nostro trapasso possono alleviare le sofferenze di chi rimane? Domande a prima vista un po’ folli, ma che sottendono una certa logica.

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