Si celebra oggi la Giornata della Memoria, istituita per ricordare le vittime dell’Olocausto e delle leggi razziali e coloro che a rischio della propria vita hanno protetto i perseguitati ebrei, nonché tutti i deportati militari e politici italiani nella Germania nazista.
“Meditate che questo è stato”, si legge in una poesia di Primo Levi. Un verso che riflette tutto il valore e l’importanza della memoria: non solo affinché ciò che è stato non si ripeta, ma anche e soprattutto perché l’impossibilità della rassegnazione all’orrore e alla sua realtà continui a restare custodita nel tempo di chi sopravvive. Levi, sopravvissuto alla deportazione ad Auschwitz dovuta alle sue origini ebraiche, ha fatto di questo lo scopo della sua vita interiore e letteraria dal giorno della liberazione fino all’ultimo istante della sua vita. A testimonianza della sua tragica esperienza scrisse “Se questo è un uomo”, romanzo in cui ha svelato al mondo, con una prosa lucidissima e asciutta, la sconvolgente vergogna dei campi di concentramento, raccontata attraverso gli occhi di un individuo impegnato nel preservare la propria dignità sopravvivendo a una tragedia indicibile. Scrive lo stesso Primo Levi che la sua scrittura scaturisce dalla necessità che la memoria storica non vada smarrita, e soprattutto da “l’impossibilità di rassegnarsi al fatto che il mondo dei lager sia esistito, che sia stato introdotto irrevocabilmente nel mondo delle cose che esistono e che quindi sono possibili”.
Con una breve carrellata di immagini vi invitiamo ad un momento di riflessione da condividere, se vi sarà possibile, con le giovani generazioni. Per non dimenticare e perché nulla di simile si abbia mai più a verificare, a qualsiasi latitudine.
Carmelo Pezzino