Chiavenna costretta a correre ai ripari. Dieci anni fa l’amministrazione comunale di allora fu obbligata a ricorrere ad un ampliamento abbastanza urgente del cimitero municipale per mancanza di spazi per l’inumazione. Sono passati pochi anni e ora il problema è completamente diverso. Ormai, infatti, quasi metà dei defunti, il dato è riferito a tutta la Valchiavenna, ma non cambia molto nemmeno per la sola città del Mera, ricorre alle prestazioni del centro per la cremazione di Albosaggia. Dall’inizio di novembre a oggi il dato valchiavennasco parla di un importante 47%. Con una prospettiva di crescita ulteriore. Un boom che non è passato inosservato. L’amministrazione in questo periodo sta portando avanti i lavori per la realizzazione di nuovi spazi per le urne cinerarie nel cimitero municipale. Esaminati i dati, però, l’ufficio tecnico ha chiesto una variante in corso d’opera proprio per prepararsi al futuro: “Negli ultimi anni il dato riguardante le cremazioni è in continua crescita – commenta il vicesindaco Davide Trussoni – e, quindi, dobbiamo essere pronti. Per questo abbiamo chiesto di prevedere già con questo intervento alcune opere per essere pronti a realizzare un nuovo blocco per le urne cinerarie nel prossimo futuro”.
La variante, comunque, non ha comportato costi aggiuntivi per le casse comunali. Visto quanto accaduto un decennio fa l’aumento vertiginoso delle cremazioni viene salutato con un dato positivo: “C’è stato un radicale cambiamento di mentalità negli ultimi anni. L’apertura del centro di Albosaggia, poi, ha sicuramente aiutato. Tutto questo è positivo sia per motivi di spazio sia igienici“. Di spazio perché le normali inumazioni stavano diventando un problema, anche per l’allungarsi dei tempi di mineralizzazione. Lo sa bene Villa di Chiavenna che pochi hanno fa ha dovuto affrontare una vera e propria emergenza, risolta con l’aiuto temporaneo di Piuro e con incentivi economici alla cremazione. C’è poi anche l’aspetto economico, anche se è un fattore sicuramente marginale in questo tipo di scelte. La cremazione ha un costo alto all’inizio, ma con il passare degli anni inferiore alla normale inumazione sottoterra. A giocare un ruolo dal punto di vista culturale è stato sicuramente l’orientamento della chiesa cattolica verso questa pratica, a patto che le ceneri non siano disperse o conservate in casa.
fonte: www.laprovinciadisondrio.it