Morire può essere una gran fregatura. Non solo per il “de cuius”, ma anche per familiari e amici che intendano dargli degna sepoltura. Questi, infatti, già pochi minuti dopo il grande salto del congiunto, si ritrovano catapultati nel mondo delle onoranze funebri, meglio, una giungla, dove operatori mortuari seri e coscienziosi sono affiancati da squali senza scrupoli. Chi ci è passato, sa a cosa ci riferiamo: le camere ardenti per molti impresari funebri non sono altro che stagni dove raccattare affari. Un malcostume che ha portato praticamente ogni procura d’Italia ad aprire negli anni almeno un’inchiesta che ha visto coinvolti necrofori, infermieri, badanti, fino ai volontari degli ospedali, tutti accomunati dal “vizietto” di far scivolare il bigliettino di questa o quella impresa di pompe funebri nelle mani del parente in lacrime.
Carissimo estinto: il business dei funerali in mano al racket.
29 Dicembre 2016, 11:01
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