“Hanno messo mio marito in un sacco e lo hanno portato via. Ora è in una cella frigorifera“. Non un fiore, nessun ornamento a rendere più dignitosa la morte e ad alleggerire il dolore. Solo le preghiere della vedova Doretta, che lo ha vegliato per due giorni in casa, un’abitazione popolare. Giuseppe, 77 anni, dopo una vita di lavoro come muratore e una vecchiaia piena di problemi di salute, è morto nella notte tra venerdì e sabato. E ancora aspetta il funerale. Una bara, la benedizione di un parroco e i saluti di chi lo ha conosciuto. “Non ce lo possiamo permettere“, dice in lacrime la vedova. “Vivo con una pensione di 288 euro al mese, e anche mio marito aveva la pensione bassa“.