Viene assassinato, a soli 38 anni, Rosario Livatino, il “giudice ragazzino”, mentre percorre senza scorta la statale Agrigento-Caltanissetta . L’omicidio è opera di quattro sicari assoldati dalla Stidda agrigentina, una organizzazione mafiosa in contrasto con Cosa Nostra. Del delitto è testimone oculare Pietro Nava, e, sulla base delle sue dichiarazioni, vengono identificati gli esecutori. Livatino si era occupato della cosiddetta “tangentopoli siciliana” e aveva assestato colpi efficaci ai mafiosi facendo ricorso alla confisca dei loro beni. Per Papa Giovanni Paolo II è un “martire della giustizia e indirettamente della fede“.