30 marzo 2013. Muore Franco Califano, genio e sregolatezza della musica italiana.

Franco Califano, nasce a bordo di un aereo diretto a Tripoli il 14 settembre 1938. Cresce tra la Libia, Pagani e infine Roma, dove resta per tutta la vita. Dopo un’infanzia turbolenta e la perdita precoce del padre, inizia a scrivere poesie.
Coltiva la passione per la scrittura mentre frequenta corsi serali di ragioneria, senza mai abbandonare la vita notturna. Lavora anche come attore di fotoromanzi prima di diventare un autore musicale.
Gli esordi come autore e i primi grandi successi
Negli anni ’60 conquista il mondo della musica con testi che diventano classici. Scrive “E la chiamano estate” per Bruno Martino e “La musica è finita” per Ornella Vanoni.
Collabora con artisti del calibro di Mina, Peppino di Capri, Patty Pravo, Ricchi e Poveri, Mia Martini. Nel 1973 firma “Minuetto”, uno dei brani più iconici di Mia Martini, e vince Sanremo con “Un grande amore e niente più” cantata da Peppino di Capri.
Il successo come cantautore e la nascita del “Califfo”
Nel 1976 esce l’album Tutto il resto è noia, che vende oltre un milione di copie. La sua voce roca, i testi crudi e romantici lo rendono un’icona popolare. Da autore si trasforma in interprete, mescolando ironia, sensualità e malinconia. Diventa anche attore, produttore e personaggio televisivo. Scrive libri, sonetti, poesie, e partecipa a diversi film e varietà.
Anni difficili e rinascita
Negli anni ’80 è coinvolto in vicende giudiziarie legate alla camorra, ma viene assolto con formula piena. In carcere scrive l’album Impronte digitali, e trasforma la sofferenza in arte.
Nel 1988 torna a Sanremo con “Io (per le strade di quartiere)”, poi ancora nel 1994 e nel 2005 con “Non escludo il ritorno”. Negli anni 2000 pubblica autobiografie, partecipa a reality, e torna in scena con concerti e nuovi brani. Nonostante problemi economici e di salute, continua a cantare fino agli ultimi giorni.
“Non escludo il ritorno”: la morte e i funerali di Franco Califano
Franco Califano muore il 30 marzo 2013, nella sua casa ad Acilia, per arresto cardiaco. Aveva 74 anni e si era esibito solo pochi giorni prima in concerto. La camera ardente viene allestita in Campidoglio, nella Sala della Protomoteca. Il funerale si celebra alla Chiesa degli Artisti, in Piazza del Popolo.
Per sua volontà, è sepolto ad Ardea accanto al fratello, con la frase “Non escludo il ritorno” incisa sulla tomba.
LPP
Franco Califano, nasce a bordo di un aereo diretto a Tripoli il 14 settembre 1938. Cresce tra la Libia, Pagani e infine Roma, dove resta per tutta la vita. Dopo un’infanzia turbolenta e la perdita precoce del padre, inizia a scrivere poesie.
Coltiva la passione per la scrittura mentre frequenta corsi serali di ragioneria, senza mai abbandonare la vita notturna. Lavora anche come attore di fotoromanzi prima di diventare un autore musicale.
Gli esordi come autore e i primi grandi successi
Negli anni ’60 conquista il mondo della musica con testi che diventano classici. Scrive “E la chiamano estate” per Bruno Martino e “La musica è finita” per Ornella Vanoni.
Collabora con artisti del calibro di Mina, Peppino di Capri, Patty Pravo, Ricchi e Poveri, Mia Martini. Nel 1973 firma “Minuetto”, uno dei brani più iconici di Mia Martini, e vince Sanremo con “Un grande amore e niente più” cantata da Peppino di Capri.
Il successo come cantautore e la nascita del “Califfo”
Nel 1976 esce l’album Tutto il resto è noia, che vende oltre un milione di copie. La sua voce roca, i testi crudi e romantici lo rendono un’icona popolare. Da autore si trasforma in interprete, mescolando ironia, sensualità e malinconia. Diventa anche attore, produttore e personaggio televisivo. Scrive libri, sonetti, poesie, e partecipa a diversi film e varietà.
Anni difficili e rinascita
Negli anni ’80 è coinvolto in vicende giudiziarie legate alla camorra, ma viene assolto con formula piena. In carcere scrive l’album Impronte digitali, e trasforma la sofferenza in arte.
Nel 1988 torna a Sanremo con “Io (per le strade di quartiere)”, poi ancora nel 1994 e nel 2005 con “Non escludo il ritorno”. Negli anni 2000 pubblica autobiografie, partecipa a reality, e torna in scena con concerti e nuovi brani. Nonostante problemi economici e di salute, continua a cantare fino agli ultimi giorni.
“Non escludo il ritorno”: la morte e i funerali di Franco Califano
Franco Califano muore il 30 marzo 2013, nella sua casa ad Acilia, per arresto cardiaco. Aveva 74 anni e si era esibito solo pochi giorni prima in concerto. La camera ardente viene allestita in Campidoglio, nella Sala della Protomoteca. Il funerale si celebra alla Chiesa degli Artisti, in Piazza del Popolo.
Per sua volontà, è sepolto ad Ardea accanto al fratello, con la frase “Non escludo il ritorno” incisa sulla tomba.
LPP