28 marzo 1969. Muore Dwight Eisenhower, il presidente USA che firmò la fine della Seconda Guerra Mondiale.

Dwight Eisenhower nasce il 14 ottobre 1890 a Denison, in Texas.
Cresce ad Abilene, in Kansas, in una famiglia modesta di origini tedesche.
Dopo il diploma, lavora in un’industria casearia prima di entrare a West Point, dove si forma come ufficiale dell’esercito.
Nel 1916 sposa Mamie Doud, con cui avrà due figli, di cui uno, Doud Dwight, muore prematuramente.
Durante la Prima guerra mondiale, Eisenhower resta negli Stati Uniti ad addestrare truppe, ma dimostra subito grandi capacità organizzative.
L’ascesa durante la Seconda guerra mondiale
Nel 1942 Eisenhower viene nominato comandante delle forze statunitensi in Europa.
Dirige l’Operazione Torch in Nord Africa e successivamente guida le forze alleate durante lo sbarco in Sicilia e in Italia.
Firma l’armistizio di Cassibile che sancisce l’uscita dell’Italia dalla guerra.
Nel dicembre 1943 il presidente Roosevelt lo incarica di comandare l’Operazione Overlord, il grande sbarco in Normandia.
Il 6 giugno 1944, sotto la sua guida, ha luogo il D-Day, decisivo per la liberazione dell’Europa.
Nel dicembre 1944 viene promosso al grado di General of the Army.
Dopo la vittoria in Europa, Eisenhower si distingue per capacità tattiche, leadership e diplomazia.
Il ruolo politico e la presidenza
Nel 1951 Eisenhower diventa primo comandante supremo della NATO.
Nel 1952 il Partito Repubblicano lo sceglie come candidato alla presidenza.
Vince le elezioni contro Adlai Stevenson e assume la carica nel gennaio 1953.
Durante il suo mandato promuove infrastrutture come il sistema autostradale federale e sostiene una politica estera di contenimento del comunismo.
Organizza colpi di stato in Iran (1953) e Guatemala (1954), influenzando la geopolitica mondiale.
Condanna l’invasione di Suez nel 1956, dimostrando autonomia anche nei confronti degli alleati occidentali.
Mantiene l’equilibrio in un mondo diviso dalla guerra fredda, promuovendo la diplomazia culturale.
La visione sull’industria bellica
Eisenhower, pur sostenendo inizialmente la corsa agli armamenti, sviluppa un punto di vista critico sul complesso militare-industriale.
Nel 1953, nel discorso “Chance for Peace”, denuncia i costi umani e morali dell’industria bellica.
Nel suo discorso d’addio del 17 gennaio 1961, lancia un monito alla nazione sul potere incontrollato dell’industria della difesa.
Sottolinea l’importanza di una cittadinanza vigile per difendere le libertà democratiche.
Cultura, stile e vita personale
Eisenhower è noto anche per lo stile personale: indossa giacche militari che ispirano la moda maschile dell’epoca.
Ama il golf, che pratica con passione nei momenti di pausa dalla politica.
La moglie Mamie diventa un’icona di eleganza, frequentando le sartorie italiane, tra cui quelle di Firenze.
Il loro nipote David sposa Julie Nixon, figlia di Richard Nixon, collegando due grandi famiglie politiche americane.
La morte e i funerali
Dwight Eisenhower muore il 28 marzo 1969 a Washington, all’età di 78 anni.
Viene sepolto ad Abilene, Kansas, presso il Dwight D. Eisenhower Presidential Library and Museum.
Dwight Eisenhower nasce il 14 ottobre 1890 a Denison, in Texas.
Cresce ad Abilene, in Kansas, in una famiglia modesta di origini tedesche.
Dopo il diploma, lavora in un’industria casearia prima di entrare a West Point, dove si forma come ufficiale dell’esercito.
Nel 1916 sposa Mamie Doud, con cui avrà due figli, di cui uno, Doud Dwight, muore prematuramente.
Durante la Prima guerra mondiale, Eisenhower resta negli Stati Uniti ad addestrare truppe, ma dimostra subito grandi capacità organizzative.
L’ascesa durante la Seconda guerra mondiale
Nel 1942 Eisenhower viene nominato comandante delle forze statunitensi in Europa.
Dirige l’Operazione Torch in Nord Africa e successivamente guida le forze alleate durante lo sbarco in Sicilia e in Italia.
Firma l’armistizio di Cassibile che sancisce l’uscita dell’Italia dalla guerra.
Nel dicembre 1943 il presidente Roosevelt lo incarica di comandare l’Operazione Overlord, il grande sbarco in Normandia.
Il 6 giugno 1944, sotto la sua guida, ha luogo il D-Day, decisivo per la liberazione dell’Europa.
Nel dicembre 1944 viene promosso al grado di General of the Army.
Dopo la vittoria in Europa, Eisenhower si distingue per capacità tattiche, leadership e diplomazia.
Il ruolo politico e la presidenza
Nel 1951 Eisenhower diventa primo comandante supremo della NATO.
Nel 1952 il Partito Repubblicano lo sceglie come candidato alla presidenza.
Vince le elezioni contro Adlai Stevenson e assume la carica nel gennaio 1953.
Durante il suo mandato promuove infrastrutture come il sistema autostradale federale e sostiene una politica estera di contenimento del comunismo.
Organizza colpi di stato in Iran (1953) e Guatemala (1954), influenzando la geopolitica mondiale.
Condanna l’invasione di Suez nel 1956, dimostrando autonomia anche nei confronti degli alleati occidentali.
Mantiene l’equilibrio in un mondo diviso dalla guerra fredda, promuovendo la diplomazia culturale.
La visione sull’industria bellica
Eisenhower, pur sostenendo inizialmente la corsa agli armamenti, sviluppa un punto di vista critico sul complesso militare-industriale.
Nel 1953, nel discorso “Chance for Peace”, denuncia i costi umani e morali dell’industria bellica.
Nel suo discorso d’addio del 17 gennaio 1961, lancia un monito alla nazione sul potere incontrollato dell’industria della difesa.
Sottolinea l’importanza di una cittadinanza vigile per difendere le libertà democratiche.
Cultura, stile e vita personale
Eisenhower è noto anche per lo stile personale: indossa giacche militari che ispirano la moda maschile dell’epoca.
Ama il golf, che pratica con passione nei momenti di pausa dalla politica.
La moglie Mamie diventa un’icona di eleganza, frequentando le sartorie italiane, tra cui quelle di Firenze.
Il loro nipote David sposa Julie Nixon, figlia di Richard Nixon, collegando due grandi famiglie politiche americane.
La morte e i funerali
Dwight Eisenhower muore il 28 marzo 1969 a Washington, all’età di 78 anni.
Viene sepolto ad Abilene, Kansas, presso il Dwight D. Eisenhower Presidential Library and Museum.