18 marzo 1980. Muore Tamara de Lempicka, pittrice polacca simbolo dell’Art Déco.

Tamara de Lempicka, nata Maria Rozalia Gurwik-Górska, venne alla luce il 16 giugno 1894 a Varsavia.
Cresciuta in una famiglia agiata, trascorse parte dell’infanzia in Svizzera e in Francia.
Dopo la morte della nonna, si trasferì a San Pietroburgo, dove conobbe l’avvocato Tadeusz Łempicki.
Lo sposò nel 1916 e, due anni dopo, con l’avvento della rivoluzione russa, la coppia fuggì a Parigi.
L’ascesa nell’arte parigina
Per sopravvivere in Francia, Tamara iniziò a lavorare come disegnatrice di cappelli.
Parallelamente, si iscrisse all’Académie de la Grande Chaumière e studiò con Maurice Denis e André Lhote.
Il suo stile si sviluppò unendo l’Art Déco al cubismo e al neoclassicismo, caratterizzandosi per forme eleganti e colori vibranti.
Nel 1922 espose per la prima volta al Salon d’Automne, guadagnandosi una rapida notorietà come ritrattista.
Fama e vita mondana
Diventata celebre tra l’élite parigina, ritrasse aristocratici, artisti e intellettuali.
La sua vita sfarzosa la portò a frequentare i circoli più esclusivi d’Europa, compreso il Vittoriale di Gabriele D’Annunzio.
Nel 1928 divorziò dal marito e continuò la sua ascesa, affermandosi come icona di stile e indipendenza.
L’esilio e la nuova vita in America
Con l’inizio della seconda guerra mondiale, si trasferì negli Stati Uniti con il secondo marito, il barone Raoul Kuffner.
Visse prima a Beverly Hills, poi a New York, dove proseguì la sua carriera artistica.
Dopo la morte del barone nel 1961, si stabilì a Houston, sperimentando nuove tecniche pittoriche.
Il declino e la riscoperta
Negli anni ’60 e ’70, il suo stile subì una trasformazione verso l’arte astratta, ma senza successo critico. Delusa, smise di esporre pubblicamente. Nonostante il momentaneo oblio, la sua arte venne riscoperta negli anni ’80, anche grazie a Madonna, che divenne una sua fervente collezionista.
Morte e funerali
Tamara de Lempicka morì nel sonno il 18 marzo 1980 a Cuernavaca, in Messico. Come da sua volontà, il suo corpo venne cremato e le ceneri sparse sul vulcano Popocatépetl.
Tamara de Lempicka, nata Maria Rozalia Gurwik-Górska, venne alla luce il 16 giugno 1894 a Varsavia.
Cresciuta in una famiglia agiata, trascorse parte dell’infanzia in Svizzera e in Francia.
Dopo la morte della nonna, si trasferì a San Pietroburgo, dove conobbe l’avvocato Tadeusz Łempicki.
Lo sposò nel 1916 e, due anni dopo, con l’avvento della rivoluzione russa, la coppia fuggì a Parigi.
L’ascesa nell’arte parigina
Per sopravvivere in Francia, Tamara iniziò a lavorare come disegnatrice di cappelli.
Parallelamente, si iscrisse all’Académie de la Grande Chaumière e studiò con Maurice Denis e André Lhote.
Il suo stile si sviluppò unendo l’Art Déco al cubismo e al neoclassicismo, caratterizzandosi per forme eleganti e colori vibranti.
Nel 1922 espose per la prima volta al Salon d’Automne, guadagnandosi una rapida notorietà come ritrattista.
Fama e vita mondana
Diventata celebre tra l’élite parigina, ritrasse aristocratici, artisti e intellettuali.
La sua vita sfarzosa la portò a frequentare i circoli più esclusivi d’Europa, compreso il Vittoriale di Gabriele D’Annunzio.
Nel 1928 divorziò dal marito e continuò la sua ascesa, affermandosi come icona di stile e indipendenza.
L’esilio e la nuova vita in America
Con l’inizio della seconda guerra mondiale, si trasferì negli Stati Uniti con il secondo marito, il barone Raoul Kuffner.
Visse prima a Beverly Hills, poi a New York, dove proseguì la sua carriera artistica.
Dopo la morte del barone nel 1961, si stabilì a Houston, sperimentando nuove tecniche pittoriche.
Il declino e la riscoperta
Negli anni ’60 e ’70, il suo stile subì una trasformazione verso l’arte astratta, ma senza successo critico. Delusa, smise di esporre pubblicamente. Nonostante il momentaneo oblio, la sua arte venne riscoperta negli anni ’80, anche grazie a Madonna, che divenne una sua fervente collezionista.
Morte e funerali
Tamara de Lempicka morì nel sonno il 18 marzo 1980 a Cuernavaca, in Messico. Come da sua volontà, il suo corpo venne cremato e le ceneri sparse sul vulcano Popocatépetl.