14 marzo 2018. Muore Stephen Hawking, il genio della quantistica e della cosmologia.

“Ricordatevi di guardare le stelle, non i vostri piedi” Stephen Hawking
Stephen William Hawking nasce a Oxford l’8 gennaio 1942, esattamente 300 anni dopo la morte di Galileo Galilei.
Cresciuto in una famiglia di intellettuali, mostrò fin da giovane una spiccata curiosità per la scienza.
Frequentò la St Albans School e successivamente si iscrisse all’Università di Oxford, dove si laureò in Fisica nel 1962.
Proseguì gli studi a Cambridge, specializzandosi in cosmologia e ottenendo il dottorato con una ricerca sulla relatività generale e le singolarità gravitazionali.
Le scoperte scientifiche e la teoria della radiazione di Hawking
Hawking divenne noto per i suoi studi sulla gravità quantistica e sui buchi neri.
Nel 1974 formulò la teoria della radiazione di Hawking, dimostrando che i buchi neri non sono completamente neri, ma emettono radiazione e possono evaporare nel tempo.
Questa scoperta rivoluzionò la fisica teorica e aprì nuove strade nella comprensione della termodinamica dei buchi neri.
Contribuì anche alla teoria dell’origine dell’universo, elaborando il modello di stato di Hartle-Hawking, secondo cui l’universo non avrebbe confini spaziali o temporali ben definiti, eliminando così la necessità di un inizio assoluto.
La malattia e il contributo alla divulgazione scientifica
A soli 21 anni, Hawking fu colpito da una malattia degenerativa del motoneurone, probabilmente una forma atipica di sclerosi laterale amiotrofica (SLA).
Nonostante la diagnosi iniziale che gli lasciava pochi anni di vita, visse per oltre cinque decenni, continuando le sue ricerche e adattandosi con il supporto della tecnologia, tra cui il famoso sintetizzatore vocale.
Hawking divenne un’icona della scienza moderna grazie alla sua capacità di spiegare concetti complessi in modo accessibile.
Il suo libro “Dal Big Bang ai buchi neri. Breve storia del tempo” (1988) vendette milioni di copie in tutto il mondo, rendendolo uno degli scienziati più famosi del XX secolo.
Il riconoscimento internazionale e le collaborazioni
Hawking ricoprì la prestigiosa cattedra lucasiana di matematica a Cambridge per trent’anni, ruolo precedentemente detenuto da Isaac Newton.
Fu membro della Royal Society, della Pontificia Accademia delle Scienze e ricevette numerosi premi, tra cui la Medaglia presidenziale della libertà dagli Stati Uniti.
Collaborò con importanti fisici come Roger Penrose e Kip Thorne e partecipò a numerosi progetti di ricerca, tra cui studi sulla teoria del multiverso e sull’inflazione cosmica.
La morte e i funerali
Stephen Hawking muore il 14 marzo 2018, nella sua casa di Cambridge, all’età di 76 anni.
La sua scomparsa fu annunciata dai figli Lucy, Robert e Tim, che lo ricordarono come un uomo straordinario. I funerali si tennero il 31 marzo 2018 nella chiesa di Saint Mary the Great a Cambridge, con una cerimonia privata.
Successivamente, le sue ceneri furono deposte nell’Abbazia di Westminster, accanto a quelle di Isaac Newton e Charles Darwin, a simbolo del suo contributo alla conoscenza dell’universo.
LPP
“Ricordatevi di guardare le stelle, non i vostri piedi” Stephen Hawking
Stephen William Hawking nasce a Oxford l’8 gennaio 1942, esattamente 300 anni dopo la morte di Galileo Galilei.
Cresciuto in una famiglia di intellettuali, mostrò fin da giovane una spiccata curiosità per la scienza.
Frequentò la St Albans School e successivamente si iscrisse all’Università di Oxford, dove si laureò in Fisica nel 1962.
Proseguì gli studi a Cambridge, specializzandosi in cosmologia e ottenendo il dottorato con una ricerca sulla relatività generale e le singolarità gravitazionali.
Le scoperte scientifiche e la teoria della radiazione di Hawking
Hawking divenne noto per i suoi studi sulla gravità quantistica e sui buchi neri.
Nel 1974 formulò la teoria della radiazione di Hawking, dimostrando che i buchi neri non sono completamente neri, ma emettono radiazione e possono evaporare nel tempo.
Questa scoperta rivoluzionò la fisica teorica e aprì nuove strade nella comprensione della termodinamica dei buchi neri.
Contribuì anche alla teoria dell’origine dell’universo, elaborando il modello di stato di Hartle-Hawking, secondo cui l’universo non avrebbe confini spaziali o temporali ben definiti, eliminando così la necessità di un inizio assoluto.
La malattia e il contributo alla divulgazione scientifica
A soli 21 anni, Hawking fu colpito da una malattia degenerativa del motoneurone, probabilmente una forma atipica di sclerosi laterale amiotrofica (SLA).
Nonostante la diagnosi iniziale che gli lasciava pochi anni di vita, visse per oltre cinque decenni, continuando le sue ricerche e adattandosi con il supporto della tecnologia, tra cui il famoso sintetizzatore vocale.
Hawking divenne un’icona della scienza moderna grazie alla sua capacità di spiegare concetti complessi in modo accessibile.
Il suo libro “Dal Big Bang ai buchi neri. Breve storia del tempo” (1988) vendette milioni di copie in tutto il mondo, rendendolo uno degli scienziati più famosi del XX secolo.
Il riconoscimento internazionale e le collaborazioni
Hawking ricoprì la prestigiosa cattedra lucasiana di matematica a Cambridge per trent’anni, ruolo precedentemente detenuto da Isaac Newton.
Fu membro della Royal Society, della Pontificia Accademia delle Scienze e ricevette numerosi premi, tra cui la Medaglia presidenziale della libertà dagli Stati Uniti.
Collaborò con importanti fisici come Roger Penrose e Kip Thorne e partecipò a numerosi progetti di ricerca, tra cui studi sulla teoria del multiverso e sull’inflazione cosmica.
La morte e i funerali
Stephen Hawking muore il 14 marzo 2018, nella sua casa di Cambridge, all’età di 76 anni.
La sua scomparsa fu annunciata dai figli Lucy, Robert e Tim, che lo ricordarono come un uomo straordinario. I funerali si tennero il 31 marzo 2018 nella chiesa di Saint Mary the Great a Cambridge, con una cerimonia privata.
Successivamente, le sue ceneri furono deposte nell’Abbazia di Westminster, accanto a quelle di Isaac Newton e Charles Darwin, a simbolo del suo contributo alla conoscenza dell’universo.
LPP