14 marzo 1883. Muore Karl Marx, il padre del comunismo.

Karl Marx nacque il 5 maggio 1818 a Treviri, in Germania, in una famiglia borghese di origine ebraica.
Studiò filosofia all’Università di Bonn e successivamente a Berlino, dove entrò in contatto con il pensiero hegeliano.
Nel 1841 conseguì la laurea con una tesi sulla differenza tra la filosofia naturale di Democrito ed Epicuro.
Dopo aver abbandonato l’idea di una carriera accademica a causa delle sue idee radicali, Marx si dedicò al giornalismo, collaborando con la Gazzetta Renana, ma la sua attività gli costò la censura e l’esilio.
Si trasferì quindi a Parigi, dove entrò in contatto con Friedrich Engels, che divenne suo amico e collaboratore.
La nascita del pensiero marxista
A Parigi, Marx sviluppò le basi del suo pensiero, che prese forma nei Manoscritti economico-filosofici del 1844. Successivamente, nel 1845, insieme a Engels scrisse L’ideologia tedesca, un’opera fondamentale nella quale delineò la concezione materialistica della storia.
Nel 1848, con Engels, pubblicò il Manifesto del Partito Comunista, un’opera destinata a influenzare profondamente la politica mondiale.
Il testo introduce concetti chiave come la lotta di classe e la necessità di una rivoluzione proletaria per abbattere il capitalismo.
L’esilio e l’attività politica
Dopo i moti rivoluzionari del 1848, Marx fu costretto a lasciare la Germania e visse in diversi paesi europei, fino a stabilirsi definitivamente a Londra nel 1849.
Qui lavorò come giornalista e approfondì i suoi studi economici, elaborando la sua teoria del plusvalore.
Nel 1864 fu tra i fondatori della Prima Internazionale, un’organizzazione che mirava a unire i lavoratori di tutto il mondo nella lotta contro il capitalismo.
Tuttavia, divisioni interne e contrasti con altri leader socialisti, come Michail Bakunin, portarono allo scioglimento dell’Internazionale nel 1876.
Il Capitale e l’eredità intellettuale
L’opera più importante di Marx è Il Capitale, di cui riuscì a pubblicare solo il primo volume nel 1867. I volumi successivi furono pubblicati postumi da Engels.
In questo lavoro, Marx analizzò il funzionamento del sistema capitalistico e il suo sviluppo storico, introducendo concetti come la teoria del valore-lavoro e il plusvalore.
Il suo pensiero influenzò profondamente la nascita del socialismo scientifico e ispirò i movimenti comunisti del XX secolo, tra cui la Rivoluzione Russa del 1917.
La morte e i funerali
Dopo la morte della moglie Jenny nel 1881 e della figlia Jenny nel 1883, la salute di Marx peggiorò. Morì il 14 marzo 1883 a Londra, all’età di 64 anni, a causa di problemi respiratori.
Venne sepolto nel cimitero di Highgate.
Friedrich Engels, nel discorso funebre, lo ricordò come “la mente più grande della nostra epoca”, sottolineando il suo contributo alla comprensione dello sviluppo storico ed economico.
Karl Marx nacque il 5 maggio 1818 a Treviri, in Germania, in una famiglia borghese di origine ebraica.
Studiò filosofia all’Università di Bonn e successivamente a Berlino, dove entrò in contatto con il pensiero hegeliano.
Nel 1841 conseguì la laurea con una tesi sulla differenza tra la filosofia naturale di Democrito ed Epicuro.
Dopo aver abbandonato l’idea di una carriera accademica a causa delle sue idee radicali, Marx si dedicò al giornalismo, collaborando con la Gazzetta Renana, ma la sua attività gli costò la censura e l’esilio.
Si trasferì quindi a Parigi, dove entrò in contatto con Friedrich Engels, che divenne suo amico e collaboratore.
La nascita del pensiero marxista
A Parigi, Marx sviluppò le basi del suo pensiero, che prese forma nei Manoscritti economico-filosofici del 1844. Successivamente, nel 1845, insieme a Engels scrisse L’ideologia tedesca, un’opera fondamentale nella quale delineò la concezione materialistica della storia.
Nel 1848, con Engels, pubblicò il Manifesto del Partito Comunista, un’opera destinata a influenzare profondamente la politica mondiale.
Il testo introduce concetti chiave come la lotta di classe e la necessità di una rivoluzione proletaria per abbattere il capitalismo.
L’esilio e l’attività politica
Dopo i moti rivoluzionari del 1848, Marx fu costretto a lasciare la Germania e visse in diversi paesi europei, fino a stabilirsi definitivamente a Londra nel 1849.
Qui lavorò come giornalista e approfondì i suoi studi economici, elaborando la sua teoria del plusvalore.
Nel 1864 fu tra i fondatori della Prima Internazionale, un’organizzazione che mirava a unire i lavoratori di tutto il mondo nella lotta contro il capitalismo.
Tuttavia, divisioni interne e contrasti con altri leader socialisti, come Michail Bakunin, portarono allo scioglimento dell’Internazionale nel 1876.
Il Capitale e l’eredità intellettuale
L’opera più importante di Marx è Il Capitale, di cui riuscì a pubblicare solo il primo volume nel 1867. I volumi successivi furono pubblicati postumi da Engels.
In questo lavoro, Marx analizzò il funzionamento del sistema capitalistico e il suo sviluppo storico, introducendo concetti come la teoria del valore-lavoro e il plusvalore.
Il suo pensiero influenzò profondamente la nascita del socialismo scientifico e ispirò i movimenti comunisti del XX secolo, tra cui la Rivoluzione Russa del 1917.
La morte e i funerali
Dopo la morte della moglie Jenny nel 1881 e della figlia Jenny nel 1883, la salute di Marx peggiorò. Morì il 14 marzo 1883 a Londra, all’età di 64 anni, a causa di problemi respiratori.
Venne sepolto nel cimitero di Highgate.
Friedrich Engels, nel discorso funebre, lo ricordò come “la mente più grande della nostra epoca”, sottolineando il suo contributo alla comprensione dello sviluppo storico ed economico.