Citazioni per il commiato. Poiché non potevo fermarmi per la Morte di Emily Dickinson.

Il commiato è un momento particolare nella vita degli esseri umani, carico di emozioni e significati profondi. Il commiato “segna” il tempo del saluto. E in particolare il commiato funebre avvolge quel tempo sospeso che è il lasciar andare verso un’altra dimensione chi abbiamo amato. Attraverso poesie, citazioni e brani scelti con cura, questa rubrica settimanale “Citazioni per il Commiato” vuole offrire un piccolo spazio di riflessione, conforto, memoria e ispirazione alla bellezza. Che sia per ricordare chi non c’è più o per trovare un momento di intima connessione con se stessi.
Poiché non potevo fermarmi per la Morte di Emily Dickinson
Poiché non potevo fermarmi per la Morte
Lei gentilmente si fermò per me –
La Carrozza non portava che Noi Due –
E l’Immortalità –
Procedemmo lentamente – non aveva fretta
Ed io avevo messo via
Il mio lavoro e il mio tempo libero anche,
Per la Sua Cortesia –
Oltrepassammo la Scuola, dove i Bambini si battevano
Nell’Intervallo – in Cerchio –
Oltrepassammo Campi di Grano che ci Fissava –
Oltrepassammo il Sole Calante –
O piuttosto – Lui oltrepassò Noi –
La Rugiada si posò rabbrividente e Gelida –
Perché solo di Garza, la mia Veste –
La mia Stola – solo Tulle –
Sostammo davanti a una Casa che sembrava
Un Rigonfiamento del Terreno –
Il Tetto era a malapena visibile –
Il Cornicione – nel Terreno –
Da allora – sono Secoli – eppure
Li avverto più brevi del Giorno
In cui da subito intuii che le Teste dei Cavalli
Andavano verso l’Eternità –
Emily Dickinson Amherst, 10 dicembre 1830 – Amherst, 15 maggio 1886
Emily Elizabeth Dickinson nasce il 10 dicembre 1830 ad Amherst, Massachusetts, in una famiglia di forti tradizioni puritane.
Crescendo in un ambiente colto e religioso, il suo rapporto con la spiritualità fu complesso e spesso conflittuale.
I suoi studi non furono regolari e le sue amicizie furono limitate, portandola a sviluppare una profonda introspezione.
Durante la sua giovinezza si avvicinò alla poesia, concependo il proprio percorso letterario come un’intima ricerca esistenziale.
Dickinson visse la maggior parte della sua vita nella casa paterna, conducendo un’esistenza sempre più ritirata.
A partire dal 1865 iniziò a vestirsi solo di bianco e a evitare i contatti con il mondo esterno, interagendo con pochi amici tramite un’intensa corrispondenza epistolare.
Nonostante la sua apparente reclusione, la poetessa nutriva un profondo interesse per la natura e le tematiche della vita e della morte, elementi ricorrenti nelle sue opere.
L’opera di Emily Dickinson: innovazione e profondità
Emily Dickinson scrisse circa 1.800 poesie, molte delle quali furono scoperte solo dopo la sua morte.
Il suo stile si distingue per l’uso innovativo della metrica, delle maiuscole e della punteggiatura, rendendo le sue liriche uniche nella letteratura angloamericana.
Le sue poesie trattano temi universali come la morte, l’amore, l’immortalità e la natura, con un linguaggio essenziale ma estremamente evocativo.
Tra le poesie più celebri si annoverano Because I could not stop for Death, I’m Nobody! Who are you? e Hope is the thing with feathers.
Il legame con Susan Gilbert e il ritiro dal mondo
Uno degli aspetti più discussi della vita di Dickinson è il suo rapporto con Susan Gilbert, moglie del fratello Austin.
Le due donne mantennero una corrispondenza intensa, con oltre 300 lettere inviate da Emily a Susan.
Questo legame fu fondamentale per la poetessa, tanto che molti studiosi ritengono che molte delle sue poesie fossero dedicate proprio a Gilbert.
Il suo ritiro dalla società fu graduale ma definitivo.
Afflitta da problemi di salute e da una probabile forma di epilessia, Dickinson trascorse gli ultimi anni della sua vita in completa solitudine.
La morte del nipote Thomas Gilbert Dickinson e del giudice Otis Lord, suo presunto amore, segnarono profondamente la poetessa, contribuendo al suo isolamento.
La scoperta postuma e il riconoscimento internazionale
Emily Dickinson muore il 15 maggio 1886 a causa di una nefrite e fu sepolta nel cimitero di Amherst.
Alla sua morte, la sorella Lavinia trovò centinaia di poesie inedite, molte delle quali furono pubblicate solo anni dopo.
Le prime edizioni furono curate da Mabel Loomis Todd e Thomas Wentworth Higginson, ma subirono numerose modifiche nel tentativo di adattarle ai gusti dell’epoca.
Solo nel 1955, con l’edizione critica di Thomas H. Johnson, il pubblico poté leggere le poesie di Dickinson nella loro forma originale.
Il commiato è un momento particolare nella vita degli esseri umani, carico di emozioni e significati profondi. Il commiato “segna” il tempo del saluto. E in particolare il commiato funebre avvolge quel tempo sospeso che è il lasciar andare verso un’altra dimensione chi abbiamo amato. Attraverso poesie, citazioni e brani scelti con cura, questa rubrica settimanale “Citazioni per il Commiato” vuole offrire un piccolo spazio di riflessione, conforto, memoria e ispirazione alla bellezza. Che sia per ricordare chi non c’è più o per trovare un momento di intima connessione con se stessi.
Poiché non potevo fermarmi per la Morte di Emily Dickinson
Poiché non potevo fermarmi per la Morte
Lei gentilmente si fermò per me –
La Carrozza non portava che Noi Due –
E l’Immortalità –
Procedemmo lentamente – non aveva fretta
Ed io avevo messo via
Il mio lavoro e il mio tempo libero anche,
Per la Sua Cortesia –
Oltrepassammo la Scuola, dove i Bambini si battevano
Nell’Intervallo – in Cerchio –
Oltrepassammo Campi di Grano che ci Fissava –
Oltrepassammo il Sole Calante –
O piuttosto – Lui oltrepassò Noi –
La Rugiada si posò rabbrividente e Gelida –
Perché solo di Garza, la mia Veste –
La mia Stola – solo Tulle –
Sostammo davanti a una Casa che sembrava
Un Rigonfiamento del Terreno –
Il Tetto era a malapena visibile –
Il Cornicione – nel Terreno –
Da allora – sono Secoli – eppure
Li avverto più brevi del Giorno
In cui da subito intuii che le Teste dei Cavalli
Andavano verso l’Eternità –
Emily Dickinson Amherst, 10 dicembre 1830 – Amherst, 15 maggio 1886
Emily Elizabeth Dickinson nasce il 10 dicembre 1830 ad Amherst, Massachusetts, in una famiglia di forti tradizioni puritane.
Crescendo in un ambiente colto e religioso, il suo rapporto con la spiritualità fu complesso e spesso conflittuale.
I suoi studi non furono regolari e le sue amicizie furono limitate, portandola a sviluppare una profonda introspezione.
Durante la sua giovinezza si avvicinò alla poesia, concependo il proprio percorso letterario come un’intima ricerca esistenziale.
Dickinson visse la maggior parte della sua vita nella casa paterna, conducendo un’esistenza sempre più ritirata.
A partire dal 1865 iniziò a vestirsi solo di bianco e a evitare i contatti con il mondo esterno, interagendo con pochi amici tramite un’intensa corrispondenza epistolare.
Nonostante la sua apparente reclusione, la poetessa nutriva un profondo interesse per la natura e le tematiche della vita e della morte, elementi ricorrenti nelle sue opere.
L’opera di Emily Dickinson: innovazione e profondità
Emily Dickinson scrisse circa 1.800 poesie, molte delle quali furono scoperte solo dopo la sua morte.
Il suo stile si distingue per l’uso innovativo della metrica, delle maiuscole e della punteggiatura, rendendo le sue liriche uniche nella letteratura angloamericana.
Le sue poesie trattano temi universali come la morte, l’amore, l’immortalità e la natura, con un linguaggio essenziale ma estremamente evocativo.
Tra le poesie più celebri si annoverano Because I could not stop for Death, I’m Nobody! Who are you? e Hope is the thing with feathers.
Il legame con Susan Gilbert e il ritiro dal mondo
Uno degli aspetti più discussi della vita di Dickinson è il suo rapporto con Susan Gilbert, moglie del fratello Austin.
Le due donne mantennero una corrispondenza intensa, con oltre 300 lettere inviate da Emily a Susan.
Questo legame fu fondamentale per la poetessa, tanto che molti studiosi ritengono che molte delle sue poesie fossero dedicate proprio a Gilbert.
Il suo ritiro dalla società fu graduale ma definitivo.
Afflitta da problemi di salute e da una probabile forma di epilessia, Dickinson trascorse gli ultimi anni della sua vita in completa solitudine.
La morte del nipote Thomas Gilbert Dickinson e del giudice Otis Lord, suo presunto amore, segnarono profondamente la poetessa, contribuendo al suo isolamento.
La scoperta postuma e il riconoscimento internazionale
Emily Dickinson muore il 15 maggio 1886 a causa di una nefrite e fu sepolta nel cimitero di Amherst.
Alla sua morte, la sorella Lavinia trovò centinaia di poesie inedite, molte delle quali furono pubblicate solo anni dopo.
Le prime edizioni furono curate da Mabel Loomis Todd e Thomas Wentworth Higginson, ma subirono numerose modifiche nel tentativo di adattarle ai gusti dell’epoca.
Solo nel 1955, con l’edizione critica di Thomas H. Johnson, il pubblico poté leggere le poesie di Dickinson nella loro forma originale.