Maxi operazione della Procura di Napoli. Le “mazzette” ai medici dalle pompe funebri.

Napoli – Un duro colpo ai meccanismi illeciti che sfruttavano il Servizio Sanitario Nazionale.
Alle prime ore dell’11 marzo, circa 300 militari del NAS hanno dato esecuzione a un’ordinanza emessa dal GIP di Napoli, nell’ambito di un’indagine coordinata dalla Procura partenopea, guidata dal procuratore Nicola Gratteri. L’inchiesta ha portato all’arresto di 67 persone e ha coinvolto in totale 96 indagati, accusati di associazione per delinquere finalizzata al falso ideologico e materiale, corruzione e truffa aggravata.
Un tariffario per la morte: 50 euro per un certificato, 70 per il DNA
L’indagine ha rivelato un sistema corruttivo che regolava il rilascio di certificati di morte naturale e test del DNA in caso di cremazione.
I prezzi erano chiari: 50 euro per un certificato di morte e 70 euro per il test genetico.
Un giro d’affari illecito che coinvolgeva cinque dirigenti medici, numerosi impiegati dell’Asl Napoli 1 Centro e dell’ufficio di stato civile, nonché 33 imprenditori di pompe funebri. Tra questi, due sono deceduti nel corso delle indagini.
La Procura di Napoli e il lavoro della squadra investigativa
L’inchiesta, coordinata dal procuratore Nicola Gratteri e dal procuratore aggiunto Sergio Amato, ha documentato oltre 300 episodi in due anni, anche attraverso riprese video. La conferenza stampa ha visto la partecipazione del comandante del NAS di Napoli Alessandro Cisternino, del comandante generale Raffaele Covetti e del comandante provinciale dei Carabinieri di Napoli, generale Biagio Storniolo. Durante le perquisizioni, i militari hanno sequestrato decine di kit per il test del DNA appartenenti all’Asl Napoli 1 Centro e somme di denaro, per un totale di oltre 30.000 euro.
Falsi certificati per pass disabili e assenteismo nella sanità
Le indagini hanno fatto emergere ulteriori abusi: la vendita di certificati per ottenere pass disabili per il parcheggio, oltre a numerosi episodi di assenteismo da parte di operatori sanitari. La zona maggiormente coinvolta nelle indagini è il distretto sanitario del Chiatamone, già in passato al centro di inchieste su falsi invalidi.
Un business criminale strutturato
La procedura prevedeva che il medico dovesse recarsi sul posto per constatare il decesso e autorizzare il trasporto della salma, con documentazione dell’ufficio di stato civile. Tuttavia, le firme e le attestazioni venivano falsificate, permettendo così un sistema illecito ben rodato. “Era un vero e proprio tariffario istituzionalizzato”, ha dichiarato il comandante del NAS di Napoli Andrea Cisternino.
La risposta della Giustizia
L’operazione dimostra l’efficacia dell’azione della Procura di Napoli nel contrastare il malaffare nel settore sanitario. Il procuratore Nicola Gratteri ha sottolineato l’importanza della sinergia tra magistratura e forze dell’ordine per colpire duramente i circuiti della corruzione che danneggiano cittadini e istituzioni.
Questa maxi-operazione rappresenta un passo decisivo verso la trasparenza e la legalità nel settore funerario e sanitario, restituendo fiducia nella giustizia e nella tutela dei diritti dei cittadini.
Napoli – Un duro colpo ai meccanismi illeciti che sfruttavano il Servizio Sanitario Nazionale.
Alle prime ore dell’11 marzo, circa 300 militari del NAS hanno dato esecuzione a un’ordinanza emessa dal GIP di Napoli, nell’ambito di un’indagine coordinata dalla Procura partenopea, guidata dal procuratore Nicola Gratteri. L’inchiesta ha portato all’arresto di 67 persone e ha coinvolto in totale 96 indagati, accusati di associazione per delinquere finalizzata al falso ideologico e materiale, corruzione e truffa aggravata.
Un tariffario per la morte: 50 euro per un certificato, 70 per il DNA
L’indagine ha rivelato un sistema corruttivo che regolava il rilascio di certificati di morte naturale e test del DNA in caso di cremazione.
I prezzi erano chiari: 50 euro per un certificato di morte e 70 euro per il test genetico.
Un giro d’affari illecito che coinvolgeva cinque dirigenti medici, numerosi impiegati dell’Asl Napoli 1 Centro e dell’ufficio di stato civile, nonché 33 imprenditori di pompe funebri. Tra questi, due sono deceduti nel corso delle indagini.
La Procura di Napoli e il lavoro della squadra investigativa
L’inchiesta, coordinata dal procuratore Nicola Gratteri e dal procuratore aggiunto Sergio Amato, ha documentato oltre 300 episodi in due anni, anche attraverso riprese video. La conferenza stampa ha visto la partecipazione del comandante del NAS di Napoli Alessandro Cisternino, del comandante generale Raffaele Covetti e del comandante provinciale dei Carabinieri di Napoli, generale Biagio Storniolo. Durante le perquisizioni, i militari hanno sequestrato decine di kit per il test del DNA appartenenti all’Asl Napoli 1 Centro e somme di denaro, per un totale di oltre 30.000 euro.
Falsi certificati per pass disabili e assenteismo nella sanità
Le indagini hanno fatto emergere ulteriori abusi: la vendita di certificati per ottenere pass disabili per il parcheggio, oltre a numerosi episodi di assenteismo da parte di operatori sanitari. La zona maggiormente coinvolta nelle indagini è il distretto sanitario del Chiatamone, già in passato al centro di inchieste su falsi invalidi.
Un business criminale strutturato
La procedura prevedeva che il medico dovesse recarsi sul posto per constatare il decesso e autorizzare il trasporto della salma, con documentazione dell’ufficio di stato civile. Tuttavia, le firme e le attestazioni venivano falsificate, permettendo così un sistema illecito ben rodato. “Era un vero e proprio tariffario istituzionalizzato”, ha dichiarato il comandante del NAS di Napoli Andrea Cisternino.
La risposta della Giustizia
L’operazione dimostra l’efficacia dell’azione della Procura di Napoli nel contrastare il malaffare nel settore sanitario. Il procuratore Nicola Gratteri ha sottolineato l’importanza della sinergia tra magistratura e forze dell’ordine per colpire duramente i circuiti della corruzione che danneggiano cittadini e istituzioni.
Questa maxi-operazione rappresenta un passo decisivo verso la trasparenza e la legalità nel settore funerario e sanitario, restituendo fiducia nella giustizia e nella tutela dei diritti dei cittadini.