9 marzo 2016. Muore Naná Vasconcelos, l’inventore della world music.

Naná Vasconcelos nasce il 2 agosto 1944 a Recife, Brasile. A soli sette anni, iniziò a suonare bongos e maracas con suo padre nei bar della città.
Successivamente, si appassionò al berimbau, lo strumento che divenne il suo segno distintivo e con cui conquistò il pubblico internazionale.
La carriera negli anni ’70
Negli anni ’60, il talento di Naná lo rese un riferimento nel panorama musicale brasiliano.
Nel 1967 si trasferì a Rio de Janeiro, dove incise due album con Milton Nascimento.
Un anno dopo, si unì al Quarteto Livre e suonò con Geraldo Vandré al Festival Internacional da Canção.
Il vero salto di qualità avvenne negli anni ’70 quando il sassofonista argentino Gato Barbieri lo invitò a unirsi alla sua band.
Questa collaborazione gli aprì le porte della scena jazz internazionale, portandolo a esibirsi a New York e al Montreux Jazz Festival in Svizzera.
Collaborazioni e successi internazionali
Naná Vasconcelos divenne una figura di spicco del jazz sperimentale e della world music.
Durante gli anni ’80 e ’90 collaborò con artisti del calibro di B.B. King, Jean-Luc Ponty, David Byrne, Egberto Gismonti, Pat Metheny, Björk e Jan Garbarek.
Tra il 1978 e il 1982 formò il trio CoDoNa con Don Cherry e Collin Walcott, creando uno stile innovativo chiamato world jazz.
Partecipò a eventi di rilievo come il Woodstock Jazz Festival nel 1981 e nel 1998 contribuì all’album di beneficenza Onda Sonora: Red Hot + Lisbon per la lotta contro l’AIDS.
L’Italia e le collaborazioni con artisti italiani
L’Italia giocò un ruolo importante nella sua carriera.
Collaborò con Pino Daniele, incise nel 1976 L’attesa con il chitarrista Saro Liotta e il bassista Mario Scotti e lavorò con Eduardo De Crescenzo nel 1991, esibendosi anche al Festival di Sanremo con il brano E la musica va.
Gli ultimi anni e il riconoscimento accademico
Nel 2013 realizzò la colonna sonora del film d’animazione O Menino e o Mundo, candidato all’Oscar nel 2016.
Nel 2015 lanciò il progetto Café no Bule con Zeca Baleiro e Paulo Lepetit.
Uno dei momenti più significativi della sua carriera avvenne il 9 dicembre 2015, quando l’Università Federale Rurale di Pernambuco gli conferì il titolo di Doctor Honoris Causa per il suo contributo alla cultura e alle arti, nonostante non avesse mai frequentato l’istruzione superiore.
Per otto anni consecutivi (1983-1990) venne premiato come miglior percussionista dalla prestigiosa rivista DownBeat.
Inoltre, rimase profondamente legato alla cultura popolare del Brasile, aprendo il Carnevale di Recife per gli ultimi 15 anni della sua vita.
Il 9 marzo 2016, Naná Vasconcelos si spegne a Recife a causa di un cancro ai polmoni, mentre era ricoverato all’ospedale Unimed. In suo onore, la città di Recife proclama tre giorni di lutto cittadino e allestisce la camera ardente presso l’Assemblea Legislativa di Pernambuco.
Naná Vasconcelos nasce il 2 agosto 1944 a Recife, Brasile. A soli sette anni, iniziò a suonare bongos e maracas con suo padre nei bar della città.
Successivamente, si appassionò al berimbau, lo strumento che divenne il suo segno distintivo e con cui conquistò il pubblico internazionale.
La carriera negli anni ’70
Negli anni ’60, il talento di Naná lo rese un riferimento nel panorama musicale brasiliano.
Nel 1967 si trasferì a Rio de Janeiro, dove incise due album con Milton Nascimento.
Un anno dopo, si unì al Quarteto Livre e suonò con Geraldo Vandré al Festival Internacional da Canção.
Il vero salto di qualità avvenne negli anni ’70 quando il sassofonista argentino Gato Barbieri lo invitò a unirsi alla sua band.
Questa collaborazione gli aprì le porte della scena jazz internazionale, portandolo a esibirsi a New York e al Montreux Jazz Festival in Svizzera.
Collaborazioni e successi internazionali
Naná Vasconcelos divenne una figura di spicco del jazz sperimentale e della world music.
Durante gli anni ’80 e ’90 collaborò con artisti del calibro di B.B. King, Jean-Luc Ponty, David Byrne, Egberto Gismonti, Pat Metheny, Björk e Jan Garbarek.
Tra il 1978 e il 1982 formò il trio CoDoNa con Don Cherry e Collin Walcott, creando uno stile innovativo chiamato world jazz.
Partecipò a eventi di rilievo come il Woodstock Jazz Festival nel 1981 e nel 1998 contribuì all’album di beneficenza Onda Sonora: Red Hot + Lisbon per la lotta contro l’AIDS.
L’Italia e le collaborazioni con artisti italiani
L’Italia giocò un ruolo importante nella sua carriera.
Collaborò con Pino Daniele, incise nel 1976 L’attesa con il chitarrista Saro Liotta e il bassista Mario Scotti e lavorò con Eduardo De Crescenzo nel 1991, esibendosi anche al Festival di Sanremo con il brano E la musica va.
Gli ultimi anni e il riconoscimento accademico
Nel 2013 realizzò la colonna sonora del film d’animazione O Menino e o Mundo, candidato all’Oscar nel 2016.
Nel 2015 lanciò il progetto Café no Bule con Zeca Baleiro e Paulo Lepetit.
Uno dei momenti più significativi della sua carriera avvenne il 9 dicembre 2015, quando l’Università Federale Rurale di Pernambuco gli conferì il titolo di Doctor Honoris Causa per il suo contributo alla cultura e alle arti, nonostante non avesse mai frequentato l’istruzione superiore.
Per otto anni consecutivi (1983-1990) venne premiato come miglior percussionista dalla prestigiosa rivista DownBeat.
Inoltre, rimase profondamente legato alla cultura popolare del Brasile, aprendo il Carnevale di Recife per gli ultimi 15 anni della sua vita.
Il 9 marzo 2016, Naná Vasconcelos si spegne a Recife a causa di un cancro ai polmoni, mentre era ricoverato all’ospedale Unimed. In suo onore, la città di Recife proclama tre giorni di lutto cittadino e allestisce la camera ardente presso l’Assemblea Legislativa di Pernambuco.