8 marzo 2020: muore Max von Sydow.

Max von Sydow nasce il 10 aprile 1929 a Lund, in Svezia, in una famiglia benestante.
Suo padre, Carl Wilhelm von Sydow, era un etnologo e professore universitario, mentre sua madre, Maria Margareta “Greta” Rappe, era una maestra.
Fin da bambino si appassionò alle lingue e alla recitazione, studiando tedesco e inglese durante gli anni di scuola alla Lund Cathedral School.
Proprio in questo periodo entrò in contatto con una compagnia teatrale amatoriale, esperienza che segnò l’inizio del suo percorso artistico.
Dopo il diploma, si iscrisse al Royal Dramatic Theatre di Stoccolma, dove studiò dal 1948 al 1951 accanto a futuri grandi interpreti come Ingrid Thulin e Jan Malmsjö.
Terminati gli studi, si unì a diverse compagnie teatrali, tra cui il teatro municipale di Norrköping-Linköping, per poi trasferirsi a Malmö, dove conobbe Ingmar Bergman, il regista che avrebbe cambiato per sempre la sua carriera.
Il successo con Ingmar Bergman
Il debutto cinematografico di Max von Sydow risale agli anni ’50, ma fu nel 1957, con “Il settimo sigillo”, che divenne celebre in tutto il mondo.
Nel film, diretto da Bergman, interpretò il cavaliere crociato Antonius Block, impegnato in una simbolica partita a scacchi con la Morte.
Questa interpretazione lo consacrò come uno degli attori più talentuosi della sua generazione e lo rese un volto noto nel cinema internazionale.
Collaborò con Bergman in 14 pellicole, tra cui “Come in uno specchio” (1961), “L’ora del lupo” (1968) e “Passione” (1969).
Grazie a queste esperienze, affinò la sua capacità di esprimere emozioni profonde e complesse, caratteristiche che divennero il suo marchio di fabbrica.
L’approdo a Hollywood e il successo internazionale
Negli anni ’60, Max von Sydow iniziò a lavorare anche al di fuori della Svezia. Il suo primo ruolo internazionale importante fu quello di Gesù nel kolossal “La più grande storia mai raccontata” (1965), diretto da George Stevens.
Questo film gli aprì le porte di Hollywood, dove recitò in numerose pellicole di successo.
Tra i suoi ruoli più iconici ci sono quello di Padre Merrin ne “L’esorcista” (1973), dello spietato sicario Joubert ne “I tre giorni del Condor” (1975) e dell’Imperatore Ming in “Flash Gordon” (1980).
In Italia lavorò con grandi registi come Francesco Rosi in “Cadaveri eccellenti” (1976) e Valerio Zurlini in “Il deserto dei Tartari” (1976).
Negli anni successivi, continuò a collezionare ruoli memorabili, partecipando a “Mai dire mai” (1983), “Pelle alla conquista del mondo” (1987) (per cui ottenne la sua prima candidatura all’Oscar), “Molto forte, incredibilmente vicino” (2012) e “Star Wars: Il risveglio della Forza” (2015).
Nel 2016 entrò nel cast de “Il Trono di Spade” interpretando il Corvo a tre occhi, un ruolo che gli valse una candidatura agli Emmy.
Riconoscimenti e onorificenze
Max von Sydow ricevette numerosi premi e onorificenze nel corso della sua lunga carriera.
Nel 1954 fu insignito della Royal Foundation of Sweden’s Cultural Award, mentre nel 2005 fu nominato Commandeur des Arts et des Lettres in Francia.
Nel 2012 ricevette la prestigiosa onorificenza di Cavaliere della Legion d’onore.
Ottenne due nomination agli Oscar, una come miglior attore protagonista per “Pelle alla conquista del mondo” e un’altra come miglior attore non protagonista per “Molto forte, incredibilmente vicino”.
Vita privata
Max von Sydow si sposò con l’attrice Christina Olin nel 1951, da cui ebbe due figli, Clas S. e Henrik, entrambi legati al mondo del cinema.
Dopo il divorzio nel 1979, nel 1997 sposò la produttrice francese Catherine Brelet, con cui ebbe altri due figli, Cedric e Yvan.
Nel 2002 ottenne la cittadinanza francese e si trasferì a Parigi, continuando a lavorare nel cinema fino agli ultimi anni della sua vita.
Morte e funerali
L’8 marzo 2020, Max von Sydow si spense all’età di 90 anni nella sua casa di Seillans, in Francia.
La notizia della sua morte fu accolta con grande commozione nel mondo del cinema, dove venne ricordato come un attore straordinario, capace di interpretare ruoli iconici in film di ogni genere.
I funerali si svolsero in forma privata, rispettando il desiderio della famiglia.
Max von Sydow nasce il 10 aprile 1929 a Lund, in Svezia, in una famiglia benestante.
Suo padre, Carl Wilhelm von Sydow, era un etnologo e professore universitario, mentre sua madre, Maria Margareta “Greta” Rappe, era una maestra.
Fin da bambino si appassionò alle lingue e alla recitazione, studiando tedesco e inglese durante gli anni di scuola alla Lund Cathedral School.
Proprio in questo periodo entrò in contatto con una compagnia teatrale amatoriale, esperienza che segnò l’inizio del suo percorso artistico.
Dopo il diploma, si iscrisse al Royal Dramatic Theatre di Stoccolma, dove studiò dal 1948 al 1951 accanto a futuri grandi interpreti come Ingrid Thulin e Jan Malmsjö.
Terminati gli studi, si unì a diverse compagnie teatrali, tra cui il teatro municipale di Norrköping-Linköping, per poi trasferirsi a Malmö, dove conobbe Ingmar Bergman, il regista che avrebbe cambiato per sempre la sua carriera.
Il successo con Ingmar Bergman
Il debutto cinematografico di Max von Sydow risale agli anni ’50, ma fu nel 1957, con “Il settimo sigillo”, che divenne celebre in tutto il mondo.
Nel film, diretto da Bergman, interpretò il cavaliere crociato Antonius Block, impegnato in una simbolica partita a scacchi con la Morte.
Questa interpretazione lo consacrò come uno degli attori più talentuosi della sua generazione e lo rese un volto noto nel cinema internazionale.
Collaborò con Bergman in 14 pellicole, tra cui “Come in uno specchio” (1961), “L’ora del lupo” (1968) e “Passione” (1969).
Grazie a queste esperienze, affinò la sua capacità di esprimere emozioni profonde e complesse, caratteristiche che divennero il suo marchio di fabbrica.
L’approdo a Hollywood e il successo internazionale
Negli anni ’60, Max von Sydow iniziò a lavorare anche al di fuori della Svezia. Il suo primo ruolo internazionale importante fu quello di Gesù nel kolossal “La più grande storia mai raccontata” (1965), diretto da George Stevens.
Questo film gli aprì le porte di Hollywood, dove recitò in numerose pellicole di successo.
Tra i suoi ruoli più iconici ci sono quello di Padre Merrin ne “L’esorcista” (1973), dello spietato sicario Joubert ne “I tre giorni del Condor” (1975) e dell’Imperatore Ming in “Flash Gordon” (1980).
In Italia lavorò con grandi registi come Francesco Rosi in “Cadaveri eccellenti” (1976) e Valerio Zurlini in “Il deserto dei Tartari” (1976).
Negli anni successivi, continuò a collezionare ruoli memorabili, partecipando a “Mai dire mai” (1983), “Pelle alla conquista del mondo” (1987) (per cui ottenne la sua prima candidatura all’Oscar), “Molto forte, incredibilmente vicino” (2012) e “Star Wars: Il risveglio della Forza” (2015).
Nel 2016 entrò nel cast de “Il Trono di Spade” interpretando il Corvo a tre occhi, un ruolo che gli valse una candidatura agli Emmy.
Riconoscimenti e onorificenze
Max von Sydow ricevette numerosi premi e onorificenze nel corso della sua lunga carriera.
Nel 1954 fu insignito della Royal Foundation of Sweden’s Cultural Award, mentre nel 2005 fu nominato Commandeur des Arts et des Lettres in Francia.
Nel 2012 ricevette la prestigiosa onorificenza di Cavaliere della Legion d’onore.
Ottenne due nomination agli Oscar, una come miglior attore protagonista per “Pelle alla conquista del mondo” e un’altra come miglior attore non protagonista per “Molto forte, incredibilmente vicino”.
Vita privata
Max von Sydow si sposò con l’attrice Christina Olin nel 1951, da cui ebbe due figli, Clas S. e Henrik, entrambi legati al mondo del cinema.
Dopo il divorzio nel 1979, nel 1997 sposò la produttrice francese Catherine Brelet, con cui ebbe altri due figli, Cedric e Yvan.
Nel 2002 ottenne la cittadinanza francese e si trasferì a Parigi, continuando a lavorare nel cinema fino agli ultimi anni della sua vita.
Morte e funerali
L’8 marzo 2020, Max von Sydow si spense all’età di 90 anni nella sua casa di Seillans, in Francia.
La notizia della sua morte fu accolta con grande commozione nel mondo del cinema, dove venne ricordato come un attore straordinario, capace di interpretare ruoli iconici in film di ogni genere.
I funerali si svolsero in forma privata, rispettando il desiderio della famiglia.