Il Santo del giorno 7 marzo: Sante Perpetua e Felicita.

Nome: Sante Perpetua e Felicita
Titolo: Martiri
Morte: 7 marzo 203, Cartagine
Ricorrenza: 7 marzo
Patronato: Madri, donne incinte, martiri, carcerati
Il Santo del giorno 7 marzo onora Sante Perpetua e Felicita, due giovani cristiane che affrontarono il martirio a Cartagine nel 203 d.C. sotto l’imperatore Settimio Severo.
La loro fede incrollabile ispirò generazioni di credenti. Il loro culto si diffuse rapidamente, tanto che i loro nomi compaiono ancora oggi nel Canone Romano della Messa.
Chi erano Perpetua e Felicita?
Gli “Atti di Perpetua e Felicita” raccontano le ultime settimane della loro vita, con visioni mistiche e il coraggio con cui affrontarono la morte.
Perpetua, una giovane nobile di 22 anni, allattava ancora il suo bambino. Felicita, sua serva, era incinta e partorì poco prima del martirio.
Le autorità le arrestarono insieme ad altri catecumeni per la loro fede cristiana e per aver rifiutato di sacrificare agli dei pagani.
Il padre di Perpetua tentò in ogni modo di convincerla a rinnegare Cristo per salvarsi, ma lei rimase salda nella fede.
Felicita temeva di non poter affrontare il martirio con le sue compagne, poiché la legge romana vietava l’esecuzione delle donne incinte. Tuttavia, partorì in anticipo e poté unirsi alle altre nel sacrificio supremo.
Il martirio di Perpetua e Felicita
Il Santo del giorno 7 marzo ricorda il loro eroico sacrificio nell’anfiteatro di Cartagine.
Durante la festa dell’imperatore Geta, le autorità condannarono i cristiani alla “damnatio ad bestias”, ovvero a essere sbranati dalle belve feroci. Gli uomini subirono l’attacco di un cinghiale, un orso e un leopardo.
Le donne affrontarono una mucca inferocita.
Infine, i carnefici completarono l’esecuzione con la spada.
Perpetua e Felicita si scambiarono un ultimo bacio di pace prima di morire.
Secondo la tradizione, il carnefice esitò prima di colpire Perpetua, e fu lei stessa a guidargli la mano per portare a termine l’esecuzione.
Culto e Tradizioni
Le Sante Perpetua e Felicita furono tra le prime martiri cristiane di cui si conosce la storia con precisione.
La Chiesa celebra la loro memoria da secoli.
La loro festa liturgica ricorre il 7 marzo, mentre nel rito ambrosiano si ricorda il 7 febbraio per evitare che cada in Quaresima.
I fedeli le invocano come patrona delle madri, delle donne incinte e dei carcerati.
Dopo la loro morte, le autorità ecclesiastiche trasferirono le reliquie di Santa Perpetua a Roma e successivamente in Francia, a Vierzon, dove oggi sono custodite nella Chiesa di Notre-Dame.
Nome: Sante Perpetua e Felicita
Titolo: Martiri
Morte: 7 marzo 203, Cartagine
Ricorrenza: 7 marzo
Patronato: Madri, donne incinte, martiri, carcerati
Il Santo del giorno 7 marzo onora Sante Perpetua e Felicita, due giovani cristiane che affrontarono il martirio a Cartagine nel 203 d.C. sotto l’imperatore Settimio Severo.
La loro fede incrollabile ispirò generazioni di credenti. Il loro culto si diffuse rapidamente, tanto che i loro nomi compaiono ancora oggi nel Canone Romano della Messa.
Chi erano Perpetua e Felicita?
Gli “Atti di Perpetua e Felicita” raccontano le ultime settimane della loro vita, con visioni mistiche e il coraggio con cui affrontarono la morte.
Perpetua, una giovane nobile di 22 anni, allattava ancora il suo bambino. Felicita, sua serva, era incinta e partorì poco prima del martirio.
Le autorità le arrestarono insieme ad altri catecumeni per la loro fede cristiana e per aver rifiutato di sacrificare agli dei pagani.
Il padre di Perpetua tentò in ogni modo di convincerla a rinnegare Cristo per salvarsi, ma lei rimase salda nella fede.
Felicita temeva di non poter affrontare il martirio con le sue compagne, poiché la legge romana vietava l’esecuzione delle donne incinte. Tuttavia, partorì in anticipo e poté unirsi alle altre nel sacrificio supremo.
Il martirio di Perpetua e Felicita
Il Santo del giorno 7 marzo ricorda il loro eroico sacrificio nell’anfiteatro di Cartagine.
Durante la festa dell’imperatore Geta, le autorità condannarono i cristiani alla “damnatio ad bestias”, ovvero a essere sbranati dalle belve feroci. Gli uomini subirono l’attacco di un cinghiale, un orso e un leopardo.
Le donne affrontarono una mucca inferocita.
Infine, i carnefici completarono l’esecuzione con la spada.
Perpetua e Felicita si scambiarono un ultimo bacio di pace prima di morire.
Secondo la tradizione, il carnefice esitò prima di colpire Perpetua, e fu lei stessa a guidargli la mano per portare a termine l’esecuzione.
Culto e Tradizioni
Le Sante Perpetua e Felicita furono tra le prime martiri cristiane di cui si conosce la storia con precisione.
La Chiesa celebra la loro memoria da secoli.
La loro festa liturgica ricorre il 7 marzo, mentre nel rito ambrosiano si ricorda il 7 febbraio per evitare che cada in Quaresima.
I fedeli le invocano come patrona delle madri, delle donne incinte e dei carcerati.
Dopo la loro morte, le autorità ecclesiastiche trasferirono le reliquie di Santa Perpetua a Roma e successivamente in Francia, a Vierzon, dove oggi sono custodite nella Chiesa di Notre-Dame.